Un atto di arroganza diluito nel tempo
La nuova versione del finanziamento pubblico all’editoria decisa dal Governo propone l’azzeramento dei fondi nel 2022 con taglio del 25% anno dopo anno. Se prima la morte di decine di testate e la disoccupazione per migliaia di giornalisti era certa e immediata, oggi si decide per un dissanguamento graduale che comunque lascerà solo macerie.
Paradossale ma purtroppo attesa la motivazione. Il finanziamento pubblico, per il vice premier Di Maio, è un elemento di distorsione del mercato; ne altera gli equilibri. È proprio questa la differenza sociale, produttiva e culturale con Stampa Romana. Il sindacato territoriale dei giornalisti rivendica invece il finanziamento pubblico come un necessario bilanciamento degli squilibri di mercato a tutela della pluralità delle voci e del dibattito libero tra i cittadini. Chiediamo pertanto di fronte a questo nuovo scenario un incontro urgente con il Presidente della Repubblica e con i Presidenti di Camera e Senato.
Lazzaro Pappagallo Segretario ASR