Mentre si assegnano i bandi per le agenzie di stampa al Comune di Roma emerge che per partecipare all’aggiudicazione le agenzie dovevano comunicare i nomi anche dei giornalisti per evitare incroci familiari e conflitti di interesse con i dipendenti della macchina complessa del comune di Roma.
Nulla di tutto ciò è previsto e richiesto in analoghi bandi nazionali e regionali anche per chi firma i contratti.
Le polemiche scaturite e anche le nostre richieste di chiarimento hanno riportato indietro le lancette consentendo la continuità nella fornitura dei servizi, facendo ricorso all’autocertificazione.
Vero che bisogna applicare un piano triennale anticorruzione e per la trasparenza, vero anche che il buon senso deve regnare sovrano in una città in cui il comune di Roma è il più grande datore di lavoro senza parlare del momento di estrema difficoltà che vivono le agenzie di stampa.
Ultima annotazione: Anac non può essere la foglia di fico per iniziative che impattano sul perimetro dell’informazione, comprimendolo.