Non possiamo accettare l’idea rilanciata dal sottosegretario Crimi in Commissione di vigilanza di ragionare solo sull’archivio storico di Radio radicale proteggendolo. Certamente l’Archivio è un pezzo di memoria del nostro paese ma Radio radicale è un patrimonio di giornalisti, tecnici, impiegati, frequenze, competenze umane e professionali.
Stampa romana invita tutti gli attori politici a raccogliere le richieste che arrivano dalla radio, dalla comunità civile e da ampi settori della comunità intellettuale italiana per poterne ascoltare la voce anche dopo il 20 maggio, termine di chiusura del rapporto tra lo Stato e la radio.
Segreteria Associazione Stampa Romana