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Direttivo ASR su Inpgi: chiarezza, trasparenza e condivisione nelle scelte sull’Istituto

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La recente sentenza del TAR sul fondo immobiliare ha sancito il principio della rilevanza pubblica degli atti dell’Istituto, riconoscendo ad un gruppo di giornalisti iscritti all’Inpgi il diritto di accedere ai documenti del Fondo immobiliare dopo sei anni di richieste. Una decisione che va incontro ad una richiesta di trasparenza che è nell’interesse degli stessi vertici accogliere.

Il Direttivo di Stampa Romana prende atto che la Ferpi e le altre associazioni di categoria hanno espresso un fermo no al tentativo in atto di modificare la norma approvata a luglio per anticipare al 2021 l’ingresso dei “comunicatori” nell’Inpgi definendo l’intero progetto “una deportazione contributiva” a loro spese per salvare un ente svuotato e che “metterebbe a rischio sia le pensioni dei comunicatori sia” (ancor di più) “dei giornalisti”.

Inoltre il 16 ottobre gli emendamenti al Dl “Aziende in crisi” per far slittare il commissariamento dell’Istituto di altri 18 mesi dal 31 ottobre prossimo sono stati respinti dalla Commissione Bilancio del Senato in sede consultiva dopo che il viceministro Misiani aveva dato parere contrario perché “verrebbe depotenziata la governance finanziaria dell’ente”, ovvero si metterebbe a rischio la stessa governabilità dell’ente.

Il Direttivo ritiene anche alla luce di questi tre fatti che il primo passo per salvaguardare le prestazioni previdenziali e assistenziali dei giornalisti siano il ripristino della chiarezza, il rispetto della legge, la condivisione delle scelte da parte dei vertici Inpgi. 

Con un deficit intorno ai 170 milioni di euro e l’erosione del patrimonio nessuno può pensare di avere la soluzione in tasca. Non siamo contrari all’allargamento della platea contributiva, anzi. Ma è evidente che ciò va realizzato attraverso un percorso e il confronto fra tutti gli attori:

1) in forza anche della recente sentenza del Tar (natura pubblica delle attività dell’ente) l’Inpgi torni ente di diritto pubblico a tutti gli effetti; 
2) urgente verifica dello stato reale dell’Istituto che può essere fatta solo dallo Stato; 
3) riforma dell’Ordine che armonizzi l’ingresso di altre figure professionali.

Tutte cose che, se si vuole, possono essere realizzate in tempi molto rapidi.

Approvato con 17 voti a favore e 12 contrari 
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