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ASR su askanews: stop ai licenziamenti. Azienda apra confronto immediato con Palazzo Chigi

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La scelta del management di askanews di aprire la procedura di licenziamento collettivo per 23 colleghi (21 a Roma e 2 a Milano) non ci sorprende.

In questi anni l’unica strada percorsa dall’azienda è stata la compressione del costo del lavoro: prima con ripetuti ammortizzatori sociali e prepensionamenti, poi con una colpevole procedura concorsuale, infine con i licenziamenti avviati quando ancora nulla si sa del piano concordatario.

Oggi assistiamo al paradosso di manager e azionisti che sembrano aver abdicato al controllo dell’azienda e che garantiscono la continuità con l’unica azione che hanno sempre e con ostinazione messo in campo: la riduzione dell’organico.

In questo Abete segue le orme di tanti editori italiani capaci di fare cassa e impresa con i soldi pubblici e senza rischiare in proprio.

Ma vista la committenza e il ruolo anche pubblico (per funzione, per storia, per commesse) che svolge aska riteniamo che ci siano ancora margini di azione.

Se dalle difficoltà si pensa di uscire chiedendo il conto solo ai dipendenti, non c’è un secondo da perdere, non ci sono manfrine o minuetti da suonare. Si piantano le tende a Palazzo Chigi e si trova una soluzione.

Stampa Romana nei giorni scorsi aveva già sollevato la questione askanews al sottosegretario Martella. I licenziamenti sono l’ennesima prova del fallimento del sistema dei bandi e della necessità di superarlo con una visione organica  costruita ad askanews come in tutte le agenzie primarie sul valore professionale dei giornalisti e delle giornaliste e su una legge di sistema.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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