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Blocco ex fissa: la protesta del comitato

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BASTA COL SILENZIO DI INPGI E FNSI: ESIGIAMO INFORMAZIONI SULL’EX FISSA


Alla presidente Inpgi Marina Macelloni

Alla direttrice generale Inpgi Mimma Iorio 

Al segretario Fnsi Raffaele Lorusso

Al presidente Fnsi Giuseppe Giulietti

Al direttore Fnsi Giancarlo Tartaglia

BASTA COL SILENZIO DI INPGI E FNSI: ESIGIAMO INFORMAZIONI SULL’EX FISSA

Il Comitato “Diritto ex Fissa” denuncia ancora una volta la totale mancanza di trasparenza di Inpgi e Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti, sulla questione dell’ex fissa. Siamo alla fine del 2019 e ancora non si sa nulla della rata annuale, erogata ormai da due anni alla cifra minima possibile di 3000 euro lordi.  

I  circa 2200 giornalisti pensionati, in attesa di riscuotere questo loro innegabile diritto, riconosciuto tale anche da varie sentenze giudiziarie, si sentono traditi, defraudati e sono stufi di essere tenuti completamente all’oscuro di questa questione cruciale che li riguarda. 

E’ fuori da ogni logica il modo in cui veniamo trattati dal nostro Istituto di previdenza, visto che noi pensionati siamo il motivo stesso per cui esiste l’Inpgi, la sua ragione d’essere. E invece veniamo ritenuti un fastidio, un problema. Questo Istituto ha bisogno urgente di chiarirsi le idee e di farsi un esame di coscienza su quale sia la sua vera natura: ovvero erogare pensioni, e l’ex fissa è, senza ombra di dubbio, un trattamento previdenziale integrativo. 

Senza contare che il penalizzante pagamento rateizzato è stato, sì, deciso in accordi del 2014 fra i vertici Inpgi e Fnsi, ma con una corresponsione indicativamente di 12 rate. Al ritmo di 3000 euro lordi l’anno uguali per tutti e senza interessi (sono stati azzerati in modo unilaterale 2 anni e mezzo fa a totale insaputa dei giornalisti creditori), le rate diventano 20, 30 e anche di più e non rispettano certo l’aspettativa di vita dei pensionati.

Poi ci fanno sospirare anche questa minima “concessione”, che puntualmente, alla scadenza, diventa “un jolly”, un miraggio di cui si vocifera con nessuna certezza. 

Questa faccenda deve finire. Ogni pensionato in attesa dell’ex fissa ha DIRITTO a una lettera inviatagli dal suo Istituto di previdenza e dal suo sindacato in cui gli venga spiegato singolarmente quanto gli spetta, le modalità di pagamento e chi è il soggetto debitore. Inpgi e Fnsi non pensano minimamente alla dovuta e obbligatoria informazione, cosa tanto più surreale in un ente e in un sindacato retto da giornalisti, che vivono, appunto, di informazione.

Il culmine del ridicolo è il sito ufficiale del Sindacato, dove compare dal primo febbraio 2018 sempre lo stesso comunicato:  “Ex fissa, la storia di un fallimento annunciato”.  Ebbene, oltre alla cronistoria del fallimento, il sindacato può farci sapere come si risolve il problema? No, ovviamente, perché nulla in questi anni è stato fatto. Nessuna inchiesta sindacale è stata aperta sulle accertate responsabilità del passato, come sarebbe stato doveroso e auspicabile. 

Cosa aspettarsi, del resto, da una Fnsi che sempre si è costituita contro i giornalisti nelle varie cause intestate dai colleghi per ottenere il pagamento? Il sindacato voleva che le perdessero e ci è riuscito unendo la sua potenza legale a quella dell’Inpgi.  La Fnsi non è minimamente interessata a questo conclamato diritto dei giornalisti che dovrebbe rappresentare e lo dimostra con la sua costante e ostile  presenza nelle aule giudiziarie. 

Quindi si procede nel silenzio e nella speranza che i creditori dell’ex fissa si rassegnino a non avere mai quanto spetta loro. 

Ma noi non ci rassegniamo affatto.  E ora non mendichiamo informazioni, LE ESIGIAMO. 

Inoltre circa 850 dei 2.200 creditori hanno optato due anni fa per la riduzione del credito originario dell’EX FISSA al 50%, 55% e 60%. Ebbene, da due anni non hanno saputo più nulla del loro credito che doveva essere saldato con il prestito concesso dall’INPGI alla FIEG che non è  stato però autorizzato dai ministeri del Lavoro e dell’Economia e Finanze. Questi 850 colleghi pensionati INPGI 1 vogliono sapere se il loro credito EX FISSA è tornato quello originario al 100% o se invece resta sempre scontato al 50%, 55% e 60%.

In ultimo, ma non per ultimo, il Comitato “Diritto ex fissa” denuncia anche  quanto si sta preparando, con effetti disastrosi per le casse del nostro Istituto di previdenza, nella Legge di Bilancio, su cui, finalmente, anche se tardivamente, stanno prendendo posizione anche Inpgi, Ordine e Fnsi:  ovvero l’emendamento sui prepensionamenti dei giornalisti, una vera assurdità, che comporterà l’uscita, come spiega lo stesso Inpgi, “di circa 120 giornalisti nel solo 2020, con una perdita di contributi di almeno 4.5 milioni all’anno”. Siamo alle solite: pensare di risolvere la crisi dell’editoria ancora una volta coi prepensionamenti significa salvare gli editori e uccidere i giornalisti e lo stesso Inpgi 1. Così si è sempre fatto e il disastro è sotto gli occhi di tutti.

Vogliamo continuare così? Altri prepensionamenti significano colleghi esperti estromessi prematuramente dal lavoro, emorragia di fondi e quindi pagamento di pensioni anticipate: insomma, un collasso ravvicinato per l’Inpgi 1. E, naturalmente, nell’immediato, sempre meno liquidità per pensioni ed ex fissa, già ridotta praticamente a zero. 

L’ assurdità poi diventa totale quando si legge che questo emendamento prevede, per compensare le uscite, la possibilità per le aziende di assumere anche non giornalisti, quindi NON  nuovi contribuenti Inpgi, purché abbiano “competenze coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”. 

Bravi, uccidiamo la professione, l’Inpgi, le pensioni (oltre che l’ex fissa), l’Ordine e apriamoci alla giungla in nome del progresso e del digitale. Una cosa vergognosa che dovrebbe scatenare immediatamente, da parte di Inpgi,  Ordine e Fnsi,  una rivolta, una chiamata alla mobilitazione di tutti noi che saremo le vittime di questa norma perché l’Inpgi , l’Ordine e la Fnsi siamo TUTTI NOI, NON LORO, i pochi che decidono.  Non basta cavarsela con lettere ai Ministeri competenti e comunicati. E il sindacato che fa? Non indice uno sciopero su questo?  A meno che non siano già rassegnati a perdere  e quindi complici dello smantellamento. 

Il Comitato  “Diritto ex fissa” esige delle risposte. 

I vertici Inpgi, calpestando in pieno il diritto all’ex fissa, hanno dimostrato di non aver rispettato il loro mandato: ovvero operare per l’interesse dei pensionati, di TUTTI i pensionati.  E’ necessario un rinnovo totale e il Comitato “Diritto ex fissa” sarà in prima linea e continuerà a battersi per sanare questa ingiustizia. 

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