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Prepensionamenti al Corriere: misura ingiustificata. Fnsi proclami sciopero

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Manca l’ufficialità della procedura contrattuale ma le comunicazioni al comitato di redazione e le relative assemblee portano allo stesso risultato.
Rcs guidata da Urbano Cairo proporrà al Corriere della Sera 50 prepensionamenti.

È il primo rumoroso effetto della nuova norma sui prepensionamenti.
Nuova norma si ma con effetti vecchi e perversi.

Rcs nella gestione Cairo ha sempre chiuso i bilanci in attivo. Avrebbe dunque liquidità sufficiente per riorganizzarsi senza chiedere soldi allo stato e senza ridurre il perimetro degli occupati.
In altre stagioni Cairo si era sempre vantato di non avere mai chiesto contributi pubblici sotto forma di ammortizzatori sociali per periodici e quotidiani.

Se tutto fosse confermato torneremmo di colpo alle stagioni degli stati di crisi prospettici. Stati di crisi non suffragati dai dati di bilancio delle aziende editoriali scaricati sullo Stato e su un Inpgi ormai devastato.
E così una misura di emergenza, il prepensionamento, verrebbe usata in modo “ordinario” dunque distorto.

Chiediamo alla Fnsi di essere conseguente con le determinazioni della consulta nazionale dei cdr, verificando puntualmente i conti dell’azienda che molto recentemente ha effettuato 4 assunzioni e proclamando lo sciopero con una grande iniziativa nazionale di mobilitazione.

Chiediamo al sottosegretario Martella e al ministro del lavoro Catalfo di verificare con puntualità, in questo caso come in altri simili, se ci siano gli estremi di legge per servirsi di fondi pubblici. 

Chiediamo alla categoria una presa forte di coscienza della posta in palio molto simile oramai ad un fine corsa.

Segreteria Associazione Stampa Romana

IL COMUNICATO DEL GRUPPO ROMANO GIORNALISTI PENSIONATI 

MOBILITATI A FIANCO ASR CONTRO LA TRUFFA DEI PREPENSIONAMENTI SELVAGGI

Il Gruppo romano giornalisti pensionati si mobilita a fianco dell’Associazione Stampa Romana che si è appellata alla Fnsi per uno sciopero contro i 50 prepensionamenti al Corriere della Sera un “primo rumoroso effetto della nuova norma sui prepensionamenti” con in più “effetti vecchi e perversi”. Una norma di legge truffa che incoraggia gli editori nel disegno, questo si perverso, di sbarazzarsi dei giornalisti professionisti e di ricorrere ampiamente al precariato sfruttato e sottopagato.

La raffica di prepensionamenti selvaggi è disposta, difatti, dall’art. 1 commi 498/500 della legge 160/2019, la legge sul bilancio ex Finanziaria, appena in vigore, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 30/12/2019. Saranno almeno un migliaio i prepensionamenti da quest’anno al 2027 non in base a crisi aziendali, o “prospettiche”, e nemmeno fittizie, ma dietro semplice richiesta di editori che  “presentino un piano di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale”. 

E come se non pesassero queste misure a mettere in ginocchio un giornalismo in affanno e un Inpgi, già in esubero di pensionati, la norma ci mette un altro carico da 11 prevedendo per ogni 2 prepensionamenti “un’assunzione di giovani di età non superiore a 35 anni, giornalisti o soggetti con competenze professionali in linea con i programmi di rilancio, riconversione digitale, sviluppo aziendale”.

Se si avesse per davvero a cuore le sorti di un giornalismo professionale e di una informazione di qualità, come finora si predica a chiacchiere, basterebbe che il governo si ravvedesse presentando subito alla Camera un emendamento di abolizione della norma in questione da aggiungere agli altri emendamenti nel decreto mille proroghe in via di conversione in legge.

Il presidente Romano Bartoloni

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