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Smart working: le indicazioni di Stampa Romana

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Il Governo negli ultimi atti di contrasto all’emergenza sanitaria Covid-19 permette l’applicazione del lavoro agile da parte delle aziende anche in assenza di consenso dei lavoratori.

Stampa Romana ritiene che in un settore così delicato e importante come l’informazione sia diritto e dovere dei comitati di redazione e dei fiduciari chiedere che qualsiasi modifica all’organizzazione del lavoro, come accade in questi casi, passi da un confronto sindacale reale.

Alcuni paletti ci sembrano invalicabili.

La separazione degli ambienti di lavoro collettivo (pc, portatili, tablet e smartphone) da quelli personali, la garanzia dell’accesso ai sistemi editoriali a prova di privacy senza controllo a distanza sulla prestazione dei lavoratori, un principio generale di rotazione dei colleghi pur all’interno delle norme previste dalla legge del 2017 per rispettare il valore dell’opera collettiva dell’ingegno che resta una redazione giornalistica, un particolare riguardo a chi ha lavorato nelle zone più a rischio coronavirus, l’applicazione rigorosa del contratto sia per la paga, identica tra chi lavora in redazione e chi lavora da casa, sia per il rispetto dell’orario settimanale di lavoro.

Queste sono valutazioni che devono guidare le redazioni e i direttori ad assumere le decisioni più corrette.

Naturalmente sono invece da respingere al mittente scorciatoie come ferie imposte o corte o permessi non retribuiti nel caso in cui le aziende in sostanza non vogliano pagare i giornalisti e le giornaliste che lavorano da casa.

Associazione Stampa Romana è sempre disponibile a un confronto continuo sul tema con cdr e fiduciari.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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