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Coronavirus: attenti alla salute dei colleghi. Il governo attivi misure straordinarie per occupazione

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Il decreto di ieri del Presidente del consiglio Conte dice una cosa chiara e importante: il giornalismo, il mondo della produzione delle informazioni è un servizio essenziale, irrinunciabile. Non può essere chiuso.

Condividiamo totalmente questa impostazione. Tutta l’informazione è servizio ai cittadini garantito dall’articolo 21 della Costituzione.

Il tutto deve avvenire all’interno di un quadro sanitario e produttivo chiaro.

Ribadiamo l’appello alle aziende perché mettano in campo tutte le azioni di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro dalle redazioni alle sale di registrazione, dalle scrivanie e desk alle salette di montaggio. Devono essere messi a disposizione dei giornalisti e degli operatori dell’informazione mascherine, guanti, disinfettanti.  
E’ altrettanto indispensabile che ci siano percorsi protetti e garantiti per chi lavora sul campo prima del rientro in redazione onde evitare rischi di contagio, con un uso dello Smart working che sia accorto e senza forzature,  rispettoso del ruolo dei comitati di redazione.

C’è anche l’aspetto produttivo da prendere in seria considerazione.

Ieri a poca distanza dall’annuncio di Conte l’editore di Metro, free press, ha chiuso il giornale evidentemente spaventato (strumentalmente?) dalla ridotta mobilità pubblica e dal crollo della pubblicità nonostante le filiere distributive fossero salve dal decreto. 
Le radio locali come Radiosei e Retesport, imperniate sul calcio, riducono i compensi dei collaboratori o li cancellano completamente per via della chiusura del campionato.

Comprendiamo queste dinamiche legate alle conseguenze dell’emergenza sanitaria. Ma contrastano con l’obiettivo di assicurare il massimo livello di informazione in tutti i modi, in tutte le forme, in tutti i luoghi essenziale in questi giorni, pur con le limitazioni fisiche che tutti conosciamo.

Chiediamo al Governo il varo di tutte le misure possibili dalla cassa integrazione in deroga per ogni tipologia di azienda a forme di sostegno reddituale per i collaboratori in tempi rapidissimi sempre a patto che le aziende si impegnino a usare il danaro pubblico non per distruggere l’ occupazione e chiudere alla fine della cassa ma per conservare gli attuali livelli di impiego e di reddito.

Segreteria Associazione Stampa Romana

COMUNICATO SINDACATI DI CATEGORIA

I segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Michele Azzola, Enrico Coppotelli e Alberto Civica hanno scritto oggi alle parti datoriali (CNA Lazio, Confartigianato Lazio, Coldiretti Lazio, Confagricoltura Lazio, Confcooperative Lazio, Confapi Lazio, Federlazio, Unindustria Legacoop, Rete imprese) per denunciare “la prosecuzione dell’attività produttiva in numerosi posti di lavoro in contrasto con quanto previsto dalle disposizioni che egli enti governativi hanno prodotto negli ultimi giorni (Dpcm dell’8, 9 e 11 marzo e varie circolari a seguire).

“Il punto 7 del Dpcm dell’11 Marzo, in particolare, – sottolineano I sindacalisti – pone in capo alle aziende la responsabilità di attivare protocolli anticontagio, rispettare in modo prescrittivo la distanza di sicurezza, fornire i dispositivi di protezione individuale, contingentare la mobilità nelle aree comuni e nei servizi per i lavoratori (spogliatoi, mense e trasporto collettivo) fino alla chiusura dei reparti considerati non indispensabili alla produzione. Per far fronte a questa situazione si da’ come indicazione l’utilizzo di smart working e strumenti previsti dalla contrattazione collettiva nonché l’accesso a strumenti di protezione sociale come gli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari. Va inoltre aggiornato il documento di valutazione dei rischi ai sensi dell’articolo n.271 del testo unico n.81/2008 (rischio generico aggravato e relativi oneri dei datori di lavoro)”.

Nella lettera i leader di Cgil Cisl e Uil diffidano espressamente le parti datoriali dal “garantire la prosecuzione attività produttive che non rispettino tali previsioni di legge, cosa che sta purtroppo accadendo in modo diffuso quanto irresponsabile”.

“È chiaro che tale situazione rischia di arrecare gravi danni alla salute pubblica e dei lavoratori coinvolti – proseguono i sindacalisti – responsabilità che i datori di lavoro inadempienti si dovranno assumere davanti agli organismi di vigilanza.
Per quanto ci riguarda, senza mezzi termini, siamo convinti che o si rispettano le previsioni di legge o dichiareremo il blocco delle attività laddove le disposizioni non siano rispettate.

In questa direzione le nostre rappresentanze stanno svolgendo una puntuale azione di vigilanza e denuncia, in stretto contatto con le segreterie di categoria e confederali, segnalando alle autorità competenti (servizio di protezione e prevenzione delle ASL, ispettorato del lavoro, organismi prefettizi e di vigilanza) le eventuali irregolarità.
Ogni azione unilaterale non rispettosa delle normative vigenti, vedrà la nostra netta opposizione e contrarietà, non escludendo iniziative di protesta a tutela della salute pubblica e dei lavoratori direttamente coinvolti”. Le tematiche affrontate nella lettera saranno oggetto di confronto in una videoconferenza tra sindacati e Unindustria prevista per oggi pomeriggio”.

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