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CARO PREZZO MASCHERINE: IN FARMACIA COME AL MERCATO NERO

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Nelle farmacie il caro mascherine tiene il passo con il mercato nero. Le più diffuse, le cosiddette mascherine chirurgiche o mask face medical, costano 2 euro l’una, vendute in confezioni da 5 pezzi a 10 euro, mentre nel commercio clandestino 2,5/3 euro l’una, un’enormità rispetto ai pochi centesimi di una volta.

Con la produzione nostrana ancora ai minimi termini, quasi tutte sono state acquistate in Cina tramite una commessa pattuita dal governo italiano al prezzo di 0,29 centesimi l’una, mentre quelle più sofisticate sono state pagate al committente ben 1,50 euro ciascuna. Non è quindi indifferente il forte ricarico dei prezzi lungo la filiera commerciale partita dall’Estremo Oriente, e che scorre ai limiti di una speculazione su vasta scala. E come se non bastasse, incredibile a dirsi, sulle mask grava l’IVA al 22%. Eppure sono diventate beni di prima necessità come il pane e il latte che hanno l’IVA al 4%, mentre richieste e necessità sono salite alle stelle.

In alcune confezioni farmaceutiche è allegato una specie di bugiardino con autentico pass europeo e con etichetta/timbratura di uno dei più grossi produttori cinesi, la Llins di Jiangsu, nonché con recapito dell’importatore tedesco all’ingrosso. Un giro di affari internazionali che sarebbe corretto facesse capo alla Comunità Europea proprio per evitare speculazioni. Anche i guanti in nitrile senza polvere, usa e getta, non sono regalate. In farmacia una scatola da 100 pezzi viene a costare 12,90 euro e provengono dall’Indonesia. Probabilmente diventeranno obbligatori nella fase 2 come le mask con ulteriore scotto per il bilancio familiare.

Monouso sono soprattutto le mascherine chirurgiche che lo saranno ancor più nella fase della riapertura delle fabbriche quando i lavoratori dovranno indossarle per ore e non come adesso solo per andare a fare la spesa. Più di oggi ne sarà necessaria una buona scorta che peserà sulle nostre tasche perché le sperate e finora mai viste in distribuzione gratuita (salvo la Lombardia e la Toscana) lo diverranno, se lo diverranno, inevitabilmente di pochi capi.

Secondo un calcolo del Sole24ore il costo complessivo per una famiglia di 4 persone si aggirerebbe intorno alle 200 euro al mese. Oggi, in fase 1 ad impiego ridotto, possono essere riutilizzate non garantite al 100%, disinfettandole con tamponature di alcool misto ad acqua secondo il suggerimento di farmacisti.

Alcuni modelli sono anche lavabili, i migliori tutto cotone di fabbricazione italiana, i meno con mix poliestere, e sono in vendita come oggetti pregiati nelle farmacie dalle 5 fino alle 10 euro. Eufemisticamente sono state ribattezzate dispositivo coprifiato in cotone traspirante. È bene ricordarsi che la nostra mask medical, chiamata comprensibilmente anche “altruista”, evita la diffusione del nostro aerosol, le famose goccioline del respiro, e serve a proteggere gli altri dalla contaminazione, cioè da noi stessi eventuali portatori di virus  e non viceversa.

Negli ospedali e nei centri specializzati, medici e sanitari usano le mascherine professionali classe Ffp2 e  classe Ffp3 che rappresentano a tutti gli effetti dispositivi antivirali di protezione personale, in particolare assicurate agli operatori a diretto contatto con pazienti contagiati.

Anche queste non sono riciclabili e sono acquistabili da chiunque nelle farmacie a prezzi fino a 15 euro ciascuna. Insomma, armi di difesa solo per ricchi e potenti che, per maggiore tranquillità nei rapporti interpersonali d’affari, potrebbero esibire le sicurezze del loro comando, servendosi di occhiali aderenti protettivi e di ampia visiera protettiva facciale in plexiglas. Dispositivi costosi che i medici di famiglia sognano invano alla vigilia della fase 2 che li esporrà senza salvaguardia a tu per tu con i pazienti infetti extra ospedale.

di Romano Bartoloni

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