Il decreto crescita dopo una lunga attesa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Contiene una serie di misure per la ripartenza economica del paese in fase 2. E sono diverse le norme che impattano sui diritti dei giornalisti e delle giornaliste, sia nella parte generale sia, di rimbalzo, nelle misure specifiche che riguardano il nostro settore.
Analizziamo un primo dettaglio rinviando alla lettura del testo le indicazioni più specifiche
Sul piano generale il decreto crescita contiene una serie di misure che impattano soprattutto sui fatturati delle aziende tra contributi a fondo perduto, congelamento di alcune tasse e una serie di crediti di imposta.
Sul nostro specifico ci sono una serie di misure relative alla durata della cassa integrazione ordinaria, fondo di solidarietà e cassa in deroga stabiliti dal cura Italia. Le settimane di cassa autorizzabili salgono a 14, aumentabili di altre 4 fino a un massimo di 18 fruibili queste ultime tra il 1 settembre e il 31 ottobre (articolo 68 e seguenti).
Sulla cassa Covid sono stati sciolti alcuni nodi.
È competente il ministero del lavoro nel caso in cui le sedi di lavoro siano pluriregionali.
Per velocizzare i pagamenti della cassa, uno dei problemi più seri in fase uno, l’Inps dovrebbe anticipare in tempi stretti il 40 per cento del dovuto.
La contribuzione previdenziale per i giornalisti e’ trasferita da INPS a Inpgi.
Per i lavoratori autonomi (cococo e partite iva) il fondo complessivo è triplicato. L’assegno tuttavia rimane per aprile e maggio di 600 euro al di sotto del reddito di cittadinanza. Per ottenerlo non sarà richiesta l’iscrizione in esclusiva alla cassa previdenziale dei giornalisti. In area INPS invece a maggio l’assegno potrà arrivare a 1000 euro in alcuni casi di reddito ridotto. Le indennità però generali e di cassa “ordinistica” non saranno cumulabili.
A questo punto vedremo se la forbice di reddito (600/1000 euro) sarà colmata da strumenti di categoria o da interventi correttivi dello Stato.
Ci sono misure che vanno incontro alle esigenze dei genitori a causa soprattutto della mancata riapertura fisica delle scuole.
Saranno disponibili 30 giorni di congedi parentali fino al 31 luglio, 1200 euro di bonus per servizi all’infanzia, 12 giorni di 104 per maggio e giugno.
Restano bloccati i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo per cinque mesi.
Nasce per situazioni simili a quelle degli esodati e delle esodate del settore Il Reddito di emergenza. Le domande per ottenerle devono essere effettuate all’Inps entro giugno. L’assegno può arrivare a un massimo di 800 euro da erogare in due tranche.
Sul piano delle modalità di svolgimento del lavoro rimarchiamo due novità: la costituzione di un Fondo nuove competenze che sosterrà finanziariamente la realizzazione di ore di formazione che si potranno svolgere in azienda e il lavoro agile. L’impianto recente sullo Smart working è confermato con le aziende che possono disporlo fino al 31 dicembre. La novità è il diritto al lavoro agile chiesto da un genitore con figlio fino a 14 anni su cui ricade esclusivamente la gestione del minore (art 90).
Per l’Editoria le misure sono raggruppate a partire dall’art 186.
Sono messi a disposizione un centinaio di milioni per le imprese attraverso il credito di imposta fino al 50 per cento sulla pubblicità (prima era il 30), una quasi totale esenzione dell’Iva sulle rese dei giornali, un Credito di imposta spinto sull’acquisto delle carta, un altro credito di imposta per servizi digitali dedicato all’on line, una procedura semplificata sui requisiti di regolarità previdenziale e fiscale, un bonus per le edicole e 50 milioni per sostenere le emittenti locali.
La strada del Governo e’ chiara: le imprese vanno salvate dalla crisi pubblicitaria che si è abbattuta sul nostro mondo.
Ulteriori elementi di “stabilità” arrivano dal prolungamento a fine anno dei termini per il tavolo di riequilibrio dei conti dell’Inpgi e la proroga fino a giugno 2021 dell’affidamento dei servizi di informazione primaria.
Proprio partendo su questo ultimo punto (vedi lo stato di crisi per l’Ansa con la protesta dei colleghi e relativo sciopero) indichiamo una priorità.
Le misure messe in campo devono arrivare ai lavoratori. Non possono servire solo a fare cassa per le aziende.
È indiscutibile la sofferenza del paese e anche quella del settore ma ci si salva tutti insieme, a cominciare dai giornalisti e dalle giornaliste di questo paese. Nessuno escluso.
Segreteria Associazione Stampa Romana