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No ai tagli ai collaboratori del Messaggero. Chiediamo risposte di sistema

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Tra una settimana scade il termine per il taglio del compenso ai collaboratori del Messaggero. 

I tagli non risparmiano il prodotto delle redazioni locali e in alcuni casi spingono i compensi al di sotto dei 10 euro.

In queste condizioni parlare di informazione di qualità è solo uno slogan.

Noi pensiamo che l’editore possa ancora cambiare verso e non arroccarsi sulle sue decisioni ma ripetiamo con forza che esattamente come per i rider il mondo dei non dipendenti si salva solo se fa massa critica.

Fare massa critica significa orientare scelte contrattuali (una proposta ancora valida di Stamp romana e’ stata quella del contratto di lavoro autonomo con garanzie sui minimi tariffari, sui tempi di consegna e pagamento ecc ecc) e stabilire che ogni prestazione di lavoro non subordinato sia pagata in base all’articolo 36 della costituzione.

Da qui l’esigenza di avere risultati concreti dal tavolo sull’equo compenso con il ruolo della Fnsi.

Non sfugge a nessuno che il tema non può essere solo la cancellazione dell’obbrobrio del demoltiplicatore di epoca Lotti – vale a dire più lavori meno ti pago – ma anche del valore delle singole prestazioni recepito nel nostro contratto di lavoro.

Quanto vale un’ora di lavoro (di qualsiasi lavoro aggiungeremo)? 9 euro? 10 euro? 
Allora si parta da qui, in linea con tutte le riflessioni sul tema più generale del salario garantito nel nostro paese, e si ascolti e si risponda alle domande che arrivano dall’esercito di riserva costituito dai collaboratori Italiani.

Segreteria Associazione Stampa Romana 

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