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La Rai in rosso: prima dei sacrifici l’azienda contenga gli sprechi

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L’effetto Covid arriva sulla Rai.

La contrazione degli incassi pubblicitari e il calo del canone legato ad utenze commerciali determinerebbero un buco di 45 milioni per quest’anno, molto più alto per il 2021.

Si tornerebbe insomma all’epoca di conti molto precari e in bilico con conseguenze su banche e fornitori.

Nulla si dice sul piano industriale varato un paio di anni fa ma di cui non c’è traccia nelle scelte aziendali e editoriali dell’azienda tra cui una strategica e ineludibile presenza sul web.

In una situazione del genere (e quella più complessiva del paese) tutti i lavoratori Rai, inclusi i giornalisti, faranno la loro parte per svolgere la funzione essenziale di servizio pubblico.

Tuttavia alcuni paletti sono insuperabili.

L’azienda deve cancellare l’uso di esterni in presenza di analoghe competenze interne (così non pare dai palinsesti appena presentati).

L’azienda deve ridurre i cachet a star del video (e non solo) insostenibili in questo difficilissimo momento del paese

L’azienda non può continuare a fare nomine apicali.

L’azienda deve usare tutte le risorse interne chiudendo la stagione dei demansionamenti e delle sottoutilizzazioni.

Queste misure assicurano la necessaria credibilità quando si chiedono misure straordinarie alla politica di ancoraggio e salvezza del bilancio della Rai.

Segreteria Associazione Stampa Romana

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