La Rai è tenuta alla trasparenza dei propri atti e al rispetto delle normative vigenti, incluse le scelte dei direttori su promozioni e carriere.
È questo in estrema sintesi il contenuto della decisione assunta dal Tar del Lazio (11977/2020).
Il ricorso, presentato dall’avvocato Iacovino, contesta le nomine effettuate dal direttore del tg1 Giuseppe Carboni.
In linea con quanto già deciso due anni fa in altro ricorso al TAR presentato dal collega e consigliere del direttivo di Stampa Romana Alessandro Gaeta la magistratura amministrativa ritiene applicabile all’azienda di servizio pubblico le regole che disciplinano la pubblica amministrazione a partire dalla legge sulla trasparenza 241/1990 e dalle norme che consentono l’accesso civico agli atti che preordinano le decisioni dei dirigenti, in questo caso un direttore del servizio pubblico.
Il principio confermato ribadisce l’estrema delicatezza nell’esercizio dei ruoli apicali all’interno della Rai, esercitabile solo con un percorso tracciabile nella assunzione delle decisioni sulle redazioni.
Il ricorso è stato presentato contemporaneamente a buone pratiche sindacali messe in campo allora dal cdr del tg1 (che era appena entrato in carica e lo è tuttora) proprio per ottenere la massima trasparenza nelle scelte che guidano la testata principale della Rai.
Il cdr – a seguito di un intenso e vivace dibattito interno su un pacchetto di nomine – intervenne con chiarezza contestando al direttore come non ci fu corretta comunicazione al sindacato interno della testata dei criteri di nomina.
Stampa Romana ritiene che anche questa decisione segnala la strada di un corretto riequilibrio nei rapporti tra i poteri del direttore e quelli del comitato di redazione, bilanciamento ancor più necessario in Rai per il ruolo delicato e pubblico che riveste nel panorama dell’informazione nazionale.
Segreteria Associazione Stampa Romana