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Direttivo ASR: apriamo una nuova fase sindacale senza rinunciare ai diritti contrattuali

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È indispensabile cambiare passo, inserire una nuova marcia, fare uno scatto in più.

Da anni ci ripetiamo frasi diventate inutili e soprattutto ininfluenti in un mondo dell’informazione che ci sta voltando le spalle.

In un anno in cui gli editori hanno approfittato di una situazione sanitaria nazionale drammatica per effettuare ennesimi tagli drastici sul personale, anche a fronte di nuovi e indiscutibili cali di vendite ed entrate pubblicitarie, abbiamo dovuto assistere a tentativi di novità inconcepibili. Dalla richiesta di autoriduzione dei compensi agli articoli 2 perché  – ha sostenuto un grande gruppo editoriale – i cassaintegrati non potevano essere i soli a fare sacrifici, alla pretesa di far lavorare gratis i collaboratori. È insomma iniziata una fase molto dura di difesa dei diritti contrattuali derivanti dal Contratto principale di lavoro per la quale non può esserci disponibilità alcuna a tavoli e confronti.

Non almeno fino a quando non avremo recuperato quello che abbiamo in parte perso in questi ultimi anni: il riconoscimento dell’importanza del diritto di una libera e indipendente informazione democratica. Che si accompagna alla dignità dello svolgimento della nostra professione a tutti i livelli. Negli uffici stampa del pubblico impiego a iniziare dai bandi per assumere negli enti locali e nelle Asl in modo stabile e garantire il turnover come nelle trasmissioni televisive, nei siti delle grandi testate giornalistiche come nelle piccole. Siamo noi che dobbiamo riprendere quello che è stato sottratto al nostro lavoro affrontando con il nuovo governo un percorso che era già iniziato con il precedente sottosegretario all’editoria.

Si tergiversa ancora sull’equo compenso invece di dare per acquisita una richiesta così banale. Si discute e ci si combatte all’interno del sindacato invece di far fronte comune per risolvere le difficoltà del nostro settore; che si tratti di cambiamenti di regole e di rispetto delle leggi , della trasparenza e del merito in relazione a nomine e promozioni alla Rai, o di iniziative per aiutare chi, come gli esodati non ha più un minimo di sostentamento ed è ancora molto lontano dalla pensione.

Scontrarsi sull’inpgi e sull’ordine dei giornalisti in un settore dove oltre il cinquanta per cento dei giornalisti non ha una tutela contrattuale ed è composto di liberi professionisti, bloccati dalla pandemia in attesa di vaccinazioni e ulteriori ristori a livello statale e regionale, sottoposti al ricatto delle querele temerarie, è semplicemente ridicolo.

L’elenco dei problemi sul tappeto è tale che dovrebbe far vedere il presente e il futuro con nuovi occhi. Bloccare i prepensionamenti e il lavoro dei pensionati che continuano a sottrarre spazi e occasioni ai giovani dovrebbe essere un comune sentire.

Ribadiamo la difesa del lavoro subordinato, denunciamo l’abuso dei finti cococo e delle finte partite iva nel pieno rispetto delle carte deontologiche. Con i comitati di redazione interverremo ogni volta che saranno presenti abusi contrattuali.

Continueremo a cercare il confronto con la Regione Lazio come abbiamo fatto per i finanziamenti all’editoria con un bando appena chiuso da 2 milioni di euro e per i lavoratori autonomi con il tavolo presso l’assessorato al lavoro.

Correggiamo la miopia che ci ha reso tutti più deboli nei confronti 
degli editori e della politica e forse potremo cambiare anche il corso delle cose a vantaggio dell’intera categoria.

Direttivo ASR

Approvato a maggioranza

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