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Infodemia: un vaccino per il giornalismo. L’informazione sanitaria

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Se l’informazione politica ha avuto, e lo abbiamo raccontato la scorsa settimana, una riduzione nel racconto delle notizie, ridotte insieme agli eventi istituzionali, e una crescita invece del rumore di fondo, tra commenti nei talk show, interviste in remoto se non addirittura scritte o da controllare, chat veicolate dalla politica incontrollate e incontrollabili, la pandemia ha offerto inevitabilmente una ribalta all’informazione medicosanitaria.

Siamo tutti diventati esperti di virus e vaccini.
Un atteggiamento umanamente comprensibile con conseguenze però sulla qualità dell’informazione.

Chi come noi ha il diritto/dovere di selezionare le fonti, controllare le informazioni da istituzioni pubbliche e aziende private, evidenziare le curve degli infetti, gli indici rt, le previsioni a breve e lungo termine sulla tenuta sanitaria del paese, ha fronteggiato una richiesta fortissima di notizie certificate senza l’ombra di fake news abbinata a standard di produzione a getto continuo.

Anche in questo caso l’effetto eco rischia di travolgere la funzione delicatissima da svolgere in questo momento, cioè l’attendibilità e la verificabiità delle notizie.E le redazioni si sono dovute riorganizzare tra il potenziamento dei settori specializzati e cronisti prestati all’emergenza sanitaria.

Di questo tema ci occuperemo mercoledì 31 alle 12 per una nuova puntata di Infodemia: un vaccino per il giornalismo. L’informazione sanitaria.


Ci confronteremo con:


Filippo Anelli, Presidente Fnomceo

Antonio Magi, Presidente Ordine dei Medici di Roma

Carlo Picozza, Consigliere Ordine dei Giornalisti di Roma e del Lazio

Raffaella Ammirati, Adnkronos Salute

Gerardo D’Amico, Rai

Maria Giovanna Faiella, freelance 

Alessandro Mantovani, Fatto quotidiano

Mirella Taranto, Resp. Ufficio stampa Istituto Superiore Sanità

Serena Tinari, Recheck

Alessandra Ziniti, Repubblica.


Modera Lazzaro Pappagallo, segretario Stampa Romana


Prevista la diretta sui canali social di Stampa Romana Facebook e YouTube

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