Cerca
Close this search box.

Giornata Mondiale della Stampa. Un’informazione libera per accelerare la ripartenza

ufficio stampa

Condividi questo articolo:

Nella giornata mondiale per la libertà di stampa rilanciamo l’articolo di Ruben Razzante pubblicato nell’edizione odierna del Messaggero.

Il ragionamento effettuato dal docente universitario e studioso del sistema dei media riprende alcuni temi propri della linea politico sindacale di Stampa Romana sia nel considerare l’infodemia di questi tempi e il suo vaccino professionale una forte chiave di lettura della necessità di un settore industriale sano e robusto che fa perno sul giornalismo, sulla verifica corretta delle informazioni sia nell’individuare una cornice costituzionale per l’esercizio della professione che non tenga conto solo dell’articolo 21 ma lo legga insieme agli articoli 3 e 36 della Costituzione (uguaglianza sostanziale ed equo compenso).

Buona lettura.

Lazzaro Pappagallo

Segretario ASR

Giornata Mondiale della Stampa

Un’informazione libera per accelerare la ripartenza

di Ruben Razzante

Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma

Di fronte al fiume carsico di fake news sul Covid che hanno sin qui inondato i circuiti informativi e destabilizzato l’opinione pubblica mondiale, si fa fatica a discernere i contenuti fondati su evidenze scientifiche da quelli di dubbia autenticità. La saturazione degli spazi dell’attenzione dovuta alla congerie di informazioni spesso non vagliate e non verificate, da una parte alimenta opinioni superficiali dall’altra suggerisce una riflessione sulla qualità dell’informazione italiana e sui sentieri più virtuosi per valorizzarla.

Anche in questo ambito serve un vaccino: quello contro l’infodemia, intesa come circolazione virale di contenuti falsi e tendenziosi, che generano comportamenti sbagliati e compromettono la tutela della salute.

Celebrare oggi in modo non retorico e con spirito costruttivo la Giornata mondiale della libertà di stampa vuol dire anzitutto guardare con occhio critico ai mutamenti che il mondo del giornalismo ha vissuto durante la pandemia.

Le misure di contrasto al Covid-19 impediscono manifestazioni di piazza a sostegno della stampa libera ma ciò non deve in alcun modo smorzare l’afflato ideale verso quella democrazia dell’informazione che si nutre di professionalità e indipendenza degli operatori, pluralismo delle opinioni, sensibilità alla libertà di parola e premura operativa dei governi nell’assicurare sostegno al settore e parità di accesso ai canali informativi.

Il valore aggiunto dell’informazione di qualità prodotta professionalmente è emerso nitidamente già nella prima fase della pandemia, quando i giornalisti hanno assicurato alla collettività aggiornamenti costanti e puntuali dai luoghi del contagio e della sofferenza, contribuendo in maniera salutare a bilanciare la disinformazione dilagante sui social e su molti canali web non certificati e spesso animati da evidenti finalità di manipolazione.

La competenza giornalistica non è un bene surrogabile, la pandemia lo ha dimostrato ancora una volta. I cittadini hanno riscoperto l’informazione come bene pubblico, come strumento di pubblica utilità funzionale all’esercizio dei diritti di cittadinanza. Essere informati correttamente da chi sa valutare tutti gli elementi della realtà e li narra con spirito critico e coerenza deontologica è un fattore di maturità democratica e di coesione nazionale.

Proprio per questo la libertà di stampa va difesa e coltivata. Senza di essa dilaga il virus della disinformazione e la democrazia si altera nei suoi processi decisionali e nelle dinamiche della convivenza civile.

Ma un’informazione libera e indipendente, che si alimenta al soffio della responsabilità e della competenza, può esistere se lo Stato la supporta con interventi di uguaglianza sostanziale, in attuazione dell’art.3 della Costituzione, mettendo in condizione le aziende editoriali di retribuire in modo congruo i giornalisti e gli altri attori della filiera di produzione e distribuzione delle notizie (riconoscimento del diritto a un’equa retribuzione, come prevede l’art.36 della Costituzione) e di muoversi in un mercato pluralista e sanamente concorrenziale.

In questo senso anche la spinta del Recovery potrà rivelarsi preziosissima, considerato il previsto sostegno europeo ai media che investono in innovazione.

Su questo terreno l’interazione tra giornalisti, editori, colossi del web e Governo può dar vita a un’”operazione rilancio”, nella quale Google, Facebook, Twitter e gli altri giganti della Rete investono risorse nell’informazione di qualità e facilitano la maggiore evidenziazione dei contenuti giornalistici professionali nei percorsi di navigazione on-line degli utenti.

Non si tratterebbe in alcun modo di “dirigismo digitale”, bensì di valorizzazione dell’informazione di interesse sociale, quella che non cede al sensazionalismo e informa correttamente l’opinione pubblica applicando principi di equilibrio, imparzialità e onestà intellettuale. Tutti ingredienti di una stampa responsabile e libera, vicina ai territori e alle comunità. Proprio quella che ha senso celebrare anche oggi.

Il network