La Consulta dei Comitati di Redazione e dei Fiduciari dell’Associazione Stampa Romana lancia un forte grido di allarme sulla condizione dell’Inpgi e su alcune misure che potrebbero essere adottate nei prossimi giorni.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, in seguito al rinvio del commissariamento, riprenderà in mano la “pre-delibera” approvata a gennaio.
Al suo interno esistono misure che, se approvate, rappresenteranno un danno per i lavoratori dipendenti.
In particolare l’aumento della contribuzione a carico delle giornaliste e dei giornalisti (che la renderebbe più alta di quella dell’Inps) si tradurrebbe in un prelievo forzoso dalle buste paga. Un sacrificio tutto sulle nostre spalle perché gli editori, che negli anni hanno fatto larghissimo ricorso alle casse dell’Ente di previdenza per discutibilissime ristrutturazioni aziendali e per lungo tempo hanno goduto di un regime di contribuzione “più leggero” di quello dell’Inps, si sono sfilati da questa partita.
In un momento di crisi di tutto il settore, aggravato dalla pandemia, con retribuzioni già fortemente ridimensionate negli ultimi anni, la misura dell’aumento dei contributi a carico dei lavoratori attivi sarebbe una nuova ingiustizia, soprattutto nei confronti dei più giovani, che avranno pensioni calcolate del tutto, o in gran parte, con il sistema contributivo.
La misura del prelievo a carico dei pensionati si scontra poi con le decisioni delle Alte Corti, che hanno ribadito che misure di questo genere devono essere temporanee e non replicabili.
Per salvare l’Inpgi è necessario un piano equo, credibile e sostenibile, che guardi con realismo alla situazione e richiami alle proprie responsabilità gli editori e il Governo.
Invitiamo i colleghi alla mobilitazione nelle redazioni per evitare scelte sbagliate, che non saranno in grado di mettere in sicurezza l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani.
21 gennaio 2021