La corte costituzionale da seguito alla decisione dello scorso anno, sospesa in attesa di interventi legislativi che non sono avvenuti, e fa decadere il reato di diffamazione legato all’articolo 13 della legge sulla stampa del 1948 considerando quella norma incostituzionale e non compatibile con le norme europee.
Salva invece il terzo comma dell’articolo 595 del codice penale dove la pena detentiva è mantenuta in alternativa alla multa, riservando tuttavia il carcere alle situazione di eccezionale gravità.
La corte costituzionale rinvia al legislatore il bilanciamento tra libertà di manifestazione del pensiero e tutela della reputazione individuale.
Stampa Romana ringrazia l’Ordine nazionale dei giornalisti anche questa mattina in udienza come amicus curiae e chiede che il percorso che protegga i cronisti dalle liti temerarie in sede civile riparta in Parlamento e sia finalmente rispettoso del diritto di informare.
Segreteria ASR