I dati dell’osservatorio “Ossigeno” confermano quello che segnaliamo da anni: fare giornalismo a Roma e nel Lazio è più pericoloso che in altre realtà italiane. Ogni cinque giornalisti minacciati in Italia più di uno subisce le “attenzioni” di criminali, politici o altri protagonisti di fatti di cronaca nella nostra regione.
Le querele temerarie, le aggressioni fisiche, i messaggi nemmeno troppo velati sui social media, sono ormai all’ordine del giorno.
I dati di “Ossigeno” fanno il paio con quelli dell’osservatorio istituito presso il Ministero dell’Interno che conferma il Lazio come regione più a rischio.
È per questo motivo che torniamo a chiedere tutele concrete nei confronti dei colleghi, sia quando sono impegnati nei servizi su strada (basta ricordare le aggressioni no-vax) sia mentre svolgono il loro lavoro nelle redazioni e per imbavagliarli ricevono querele pretestuose nel 98% dei casi.
Chiediamo che le forze dell’ordine intervengano quando i giornalisti sono oggetto di “attenzioni” dei manifestanti, procedere nei confronti di chi si sfoga contro colleghi che stanno facendo solo il loro dovere. E chiediamo che il Parlamento si decida ad approvare le norme contro le querele temerarie e gli ostacoli all’informazione.
Giovanni Del Giaccio
Coordinatore macro area Libertà di Informare ASR