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Decreti penali di condanna per le querele: chiediamo massima attenzione

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Riceviamo dai colleghi sempre più segnalazioni di “decreti penali di condanna” nei loro confronti. Decisioni assunte dal giudice per le indagini preliminari su proposta del pubblico ministero, nei processi per diffamazione a mezzo stampa, senza alcun contraddittorio. 

Si tratta di uno strumento che i magistrati hanno a disposizione, non discutiamo, e che è appellabile dai destinatari del provvedimento entro 15 giorni.
Teniamo a segnalare, però,  il rischio che si vogliano “liquidare” – spesso su moduli pre stampati – i processi per diffamazione che invece debbono necessariamente essere incardinati per verificare se i giornalisti hanno rispettato i principi di verità, pertinenza e continenza.

Facciamo appello ai Tribunali del Lazio affinché vogliano prestare la dovuta attenzione a tutti i procedimenti per reati a mezzo stampa, ma soprattutto ai colleghi di seguire passo passo ogni processo a loro carico e in caso di decreto penale di condanna di appellare immediatamente la decisione.

Diversamente, la condanna diventa definitiva.

Ricordiamo, infine, il decalogo “anti querele” (https://stamparomana.it/2020/12/20/decalogo-per-cronisti-minacciati/) predisposto dalla nostra Associazione come mini guida per i giornalisti, soprattutto i meno avvezzi ad avere a che fare con le aule di giustizia.

Giovanni Del Giaccio, coordinatore macro area Libertà di informare 

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