Capita a volte che i post sui social di giornaliste e giornalisti siano vittime della censura delle stesse piattaforme.
Negli ultimi anni gli over the top non sono più semplici postini, cioè ricettori di contenuti di terzi, ma si sono trasformati in “editori”, analizzando quanto scritto dai colleghi, censurando o declassando i post di chi non rispetta, a loro avviso, gli standard di comunità.
È accaduto qualche giorno fa al nostro iscritto Michele Mezza, autore di un commento ritenuto offensivo non dall’amico con cui interagiva ma da Facebook.
Stampa Romana ha diffidato Facebook Italia in quanto garante degli interessi concreti dei nostri professionisti fondati sulla libera circolazione delle idee in tutti gli spazi ritenuti pubblici.
Stampa Romana rifiuta le censure figlie di un controllo ideologico e morale esercitato da un’impresa commerciale.
Inoltre la disattivazione del profilo sottrae all’utente tutto il materiale, inclusi foto, video e scritti, violando la legge sul diritto d’autore.
Anche per queste ragioni la diffida è stata inoltrata per le opportune valutazioni all’AGCOM.
Confidiamo che Facebook recepisca immediatamente la nostra denuncia e ripristini la piena funzionalità dell’account del collega.
Segreteria Associazione Stampa Romana