La Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana esprime il proprio cordoglio per la scomparsa, avvenuta mercoledì sera a Palermo, di Letizia Battaglia, la prima donna a lavorare come fotoreporter in un quotidiano, l’Ora, giornale della sua città.
Sì era guadagnata sul campo l’appellativo di “fotografa di mafia”, anche se lei preferiva definirsi “fotografa contro la mafia”.
Ha svolto la sua carriera soprattutto raccontando attraverso i suoi scatti la quotidianità di una città, Palermo, tormentata dalla mafia. Ma ha anche raccontato gli “anni di piombo”. Ha esposto le sue fotografie in tutto il mondo ed è stata la prima donna europea a ricevere il premio americano Eugene Smith nel 1985, intitolato al celebre fotografo della rivista Life.
Iniziò la sua carriera alla fine degli anni Sessanta. Dopo alcuni anni a Milano, Battaglia era tornata a Palermo e aveva fondato l’agenzia Informazione Fotografica. In quegli anni documentò soprattutto delitti di mafia: una delle sue foto più conosciute è quella che ritrae l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella che regge il cadavere del fratello Piersanti, allora presidente della regione Sicilia, appena ucciso. In una intervista Battaglia raccontò di essere arrivata lì per caso ed essere stata la prima a fotografare la scena, quando Piersanti Mattarella era ancora in vita. Nel 1992, dopo l’uccisione del magistrato Giovanni Falcone, decise di smettere di documentare i fatti di mafia.
Diresse per un periodo la rivista fatta solo da donne Mezzocielo, aprì il Laboratorio d’If, luogo di formazione per giovani fotografi, e contribuì all’apertura del centro di documentazione “Giuseppe Impastato” a Palermo. Si occupò anche di politica e fu assessora di Palermo tra il 1985 e il 1990 con la giunta Orlando. La sua ultima mostra a Roma, Vintage Prints, era finita sabato scorso.
Letizia Battaglia resterà un esempio per tutte noi, per la forza, la serietà e la consapevolezza con la quale ha intrapreso la sua strada di fotoreporter.
Commissione Pari Opportunità ASR