“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di Twitter.
Come ben sappiamo in questi giorni Twitter è sulla bocca di tutti dopo l’annuncio secondo il quale Elon Musk entrerebbe in possesso del 100% della piattaforma di microblogging.
È opinione comune che la tanto ventilata ipotesi di una maggiore libertà di parola su Twitter implichi il rischio potenziale che le politiche di moderazione di Twitter vengano ammorbidite eccessivamente. Se così fosse il newswire per eccellenza rischierebbe seriamente di diventare preda di coloro che hanno interesse a spargere informazioni false e/o tendenziose, con grave danno per il mondo dell’informazione, e dunque per il giornalismo. Tanto che, in una e-mail, Twitter ha dovuto rassicurare gli inserzionisti che rimarrà un posto sicuro per i brand dopo l’acquisizione di Elon Musk.
E, da una nostra analisi sul sentiment, emerge chiaramente come la maggior parte degli utenti di Twitter, e dei social in generale, non fosse per niente favorevole all’idea che Musk, come poi è avvenuto, si impossessasse della piattaforma social. Anche i dipendenti sono tutt’altro che entusiasti.
Nel mentre trapela che la FTC ha aperto un’indagine per verificare se Elon Musk ha rispettato l’obbligo di segnalazione poiché ha accumulato la sua quota di Twitter del 9.1% tra gennaio e aprile.
In tutto questo i risultati di Twitter, relativi al primo trimestre di quest’anno, anche se si riferiscono al periodo nel quale Elon Musk non era ancora il principale, e in prospettiva l’unico, azionista della piattaforma di microblogging, resi pubblici ieri, erano davvero molto attesi.
Prima di entrare nel dettaglio di quanto emerge dalla trimestrale di Twitter va detto che non si è svolta la consueta conference call di commento ai risultati poiché Twitter ha affermato che non offrirà indicazioni in attesa dell’accordo con Musk. E, soprattutto, che, nel comunicato stampa con la sintesi dei risultati economico-finanziari, Twitter ha affermato di aver sopravvalutato i mDAU [monetizable daily active usage] dal primo trimestre del 2019 al quarto trimestre del 2021 fino a 1,9 milioni per trimestre, contando come attivi gli account multipli di un utente, anche se non erano in uso.
Ciò premesso, gli utenti unici giornalieri monetizzabili di Twitter passano dai 191 milioni del primo trimestre 2021 a 215 milioni a fine marzo. Pari ad una crescita del 12.5% anno su anno.
Anche i ricavi crescono in maniera significativa con un incremento rispetto al pari periodo dell’anno precedente di circa 170 milioni di dollari. In crescita del 15.9%. L’advertising resta la fonte di ricavi principale con un peso del 92.1% sul totale. In calo i ricavi altri, derivanti principalmente dalla vendita di dati. I 1.200 milioni di ricavi nel primo trimestre di quest’anno hanno generato un utile netto di 513 milioni di dollari.
Insomma, Twitter appare in buona salute sia sotto il profilo della crescita degli utenti che, di riflesso, per quanto riguarda i ricavi. Nonostante questo durante le negoziazioni per l’accordo su Twitter, Elon Musk ha detto che si sarebbe concentrato sui profitti dell’azienda e ha lanciato l’idea di tagliare sia i costi che i posti di lavoro. E, secondo quanto riporta Reuters, Musk ha parlato alle banche di idee per monetizzare i tweet come addebitare una commissione per citare o incorporare i tweet.
Il presente di Twitter è dunque a tinte rosa. Il futuro tutto da scrivere, pare davvero. Naturalmente seguiremo con attenzione gli sviluppi di quello che, nonostante un numero di utenti relativamente ridotto rispetto ad altre piattaforme social, resta un social centrale nell’ecosistema dell’informazione e nella diplomazia digitale a livello mondiale.
L’infografica sottostante fornisce il dettaglio del trend dell’audience e dei ricavi di Twitter da inizio 2018 ai giorni nostri.