Il ministero del Lavoro offre il via libera alla delibera “salva inpgi” e, tra le altre misure, autorizza il taglio dell’1 per cento su stipendi e pensioni per cinque anni a partire dallo scorso primo gennaio.
La vincenda è kafkiana ma i danni sono reali.
La delibera salva inpgi dello scorso anno non ha salvato un istituto che dal primo luglio nella sua gestione principale confluirà nell’INPS, in applicazione del principio costituzionale della garanzia pubblica.
Ma quella misura era stata approvata dal Ministero del Lavoro che l’aveva sospesa, vista la fine di Inpgi 1, in attesa di un pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato. Oggi si procede senza che l’avvocatura si sia ancora pronunciata.
Questo accade a qualche giorno della fine di Inpgi 1 con lo statuto della nuova Inpgi bocciato e con l’Inps che si dovrà far carico anche dell’applicazione di questa delibera.
Stampa Romana ha contestato duramente quella delibera che riteneva assurda e illegittima proprio in questo passaggio con violazione degli articoli 38 e 23 della Costituzione. E la successione degli eventi ha dimostrato che l’Associazione aveva completamente ragione.
Ma ora ad Inpgi semichiuso si assiste ad una beffa incredibile ed assurda. Colpisce colleghi incolpevoli già provati da una lunga crisi economica e con stipendi erosi dall’inflazione.
Chiediamo che la FNSI, che aveva avallato questa misura, intervenga immediatamente a tutela dei colleghi pensionati e dei giornalisti attivi e in servizio e che chieda al ministero la revoca della procedura.
Pronti a tutelare da parte nostra tutti i diritti in questione, invitiamo alla mobilitazione dentro e fuori le redazioni, inclusa la proclamazione di uno sciopero generale.
Segreteria ASR
In allegato il nostro parere che motiva l’illegittimità e l’anticostituzionalita’ del taglio. Un parere coerente con il successivo assorbimento di Inpgi gestione principale in Inps.