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Commissione lavoro autonomo Asr: miglioriamo DDL equo compenso

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Associazione Stampa Romana: Ora migliorare il Ddl Equo compenso aprendo a chi non è  incluso 
 “Perdere l’occasione sarebbe l’ennesimo autogol del legislatore a danno di autonomi e freelance 
“Bisogna migliorare il disegno di legge sull‘Equo compenso nell’iter parlamentare, non si può utilizzare un provvedimento che incide su milioni di lavoratori autonomi, e partite iva come una bandiera elettorale. Non si può giocare sulla vita di più di milioni di lavoratori – dichiara Vincenzo Campo,  Presidente della Commissione lavoro non dipendente  di Stampa Romana. Siamo ben consapevoli che per larga parte delle Partite Iva, dei lavoratori autonomi,  dei collaboratori e dei freelance siano necessari nuovi strumenti di protezione e nuove riforme, perché la situazione reddituale pone molti professionisti e coloro che prestano la loro attività nel sistema industriale dell’informazione, in una situazione di difficoltà e subalternità. Per questo lanciamo l’ennesimo allarme al legislatore affinché non regni mai più  l’indifferenza per  giovani e  precari sempre più sottopagati nel nostro Paese e nel comparto dell’informazione, dove  permangano nel 2022 forme di sfruttamento inaccettabili“.
 “L’approvazione attuale del  testo del disegno di legge Equo compenso, pensato purtroppo solo  per alcune categorie, non si rivolge ancora ad una platea ben più ampia di giovani, lavoratori autonomi e professionisti, né si presta al dialogo con tutte le realtà del mondo professionale come quelle rappresentate dai lavoratori che, senza diritti né tutele, operano  nell’industria dell’informazione. A dieci anni dall’entrata in vigore della legge 27/2012 e della legge 233/2012  i giornalisti risultano essere l’unica professione ordinistica per la quale non è mai stata data applicazione alle tutele vigenti per l’equo compenso del lavoro autonomo. Questo rischia di essere l’ennesimo vulnus che si verrebbe a creare per migliaia di lavoratori : un vero e proprio boomerang per molti professionisti che garantiscono regolarmente e continuativamente le loro prestazioni professionali in ogni condizione, situazione e luogo. Qualora questo Ddl venisse approvato,  così come uscito dalla Commissione Giustizia,  non avremmo che ulteriore confusione e vuoti normativi per molte realtà non rappresentate dal testo di legge”.
Con la perdita di 49 mila occupati, così come sostiene l’Istat nell’ultimo report, dovuta a una consistente riduzione dei rapporti a tempo indeterminato (-96 mila) parzialmente compensata da un aumento dei dipendenti a tempo determinato (+14 mila) e dei lavoratori autonomi (+33 mila) assistiamo nel Paese all’ennesima ecatombe pre estiva nel mondo del lavoro a maggio e rischiamo  l’ennesimo autogol per milioni di lavoratori.con una legge “pre -elettorale”.  Non è possibile che  le denunce di tutte le Associazioni di rappresentanza dei professionisti e degli autonomi, che hanno  auspicato sostanziali modifiche al testo,  siano state disattese. L’assurdo è che milioni di professionisti italiani  nei prossimi mesi scopriranno non solo che l’equo compenso, così come scritto nell’attuale testo, non è tecnicamente esigibile, ma che questa legge cambia ben poco; addirittura i lavoratori, potrebbero rischiare sanzioni disciplinari  e vedere il loro potere negoziale delegato, al ribasso, agli stessi ordini.
“Bisogna cambiare passo e prendere adeguate contromisure – sottolineaVincenzo Campo, dell’Associazione Stampa romana –  ci auguriamo che il Ddl sull’equo compenso possa essere approvato in tempi congrui con  il contributo di tutti i parlamentari e gli schieramenti politici, così da poter però modificare e garantirne il varo entro la fine della legislatura. Ogni disuguaglianze tra lavoratori non dipendenti, appartenenti agli ordini e non, va colmato subito per evitare la crescita della povertà estrema tra molti professionisti. Tutto ciò può rischiare  la crescita dell’ennesima piaga economica e sociale per il Paese. Riteniamo decisivo il ritorno ad interventi strutturali, a  riforme e  politiche attive per il lavoro indipendente che non possono più prescindere da una crescita dei salari per tutti coloro che svolgono le loro attività professionali nel sistema dell’informazione. Nei giorni scorsi insieme ad Acta, Confprofessioni, Confassociazioni come Associazione Stampa Romana abbiamo aperto un primo confronto proprio a partire dall’ Equo compenso tra le varie rappresentanze, proponendo nuove soluzioni sinergiche per delineare proposte al legislatore per accrescere e migliorare le tutele per tutti i lavoratori e le partite Iva. Non si può  più temporeggiare, se si intendono fare riforme strutturali per migliaia di  professionisti, giornalisti, reporter e freelance non dipendenti “.

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