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La dieta mediale degli italiani

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Articolo pubblicato su Datamediahub.it

Nel “Rapporto Annuale 2022. La situazione del Paese” di ISTAT, presentato alla fine della scorsa settimana, vi è anche una sezione dedicata ai consumi mediatici.

È proseguito, accentuandosi, anche il trend in crescita nell’utilizzo di dispositivi digitali e audiolibri per la lettura. I lettori di ebook passano, infatti, dall’8.7 per cento del 2019 all’11.7 per cento del 2021, così come la quota di ascoltatori di audiolibri è raddoppiata tra il 2019 e il 2021 [passando dall’1 al 2 per cento], pur permanendo un consumo di nicchia. A questi andamenti si contrappone una lieve diminuzione della quota di lettori di libri cartacei che passano dal 36.7 per cento del 2019 al 35.5 per cento del 2021.

Analizzando le preferenze dei lettori rispetto all’utilizzo esclusivo o combinato dei diversi dispositivi per la lettura, si osserva come mentre tra i lettori di libri, la lettura digitale, pur registrando un lieve trend decrescente, non è ancora decollata, tra i lettori di quotidiani la lettura online sia diventata la modalità più diffusa.

Questa tendenza si è accentuata nel 2020. Nel 2021 è continuato il calo dei lettori di soli quotidiani cartacei [11.9 per cento rispetto al 17.8 per cento del 2019], mentre i lettori di quotidiani online, seppur in lieve diminuzione rispetto al 2020 [31.4 per cento], si sono mantenuti a un livello superiore rispetto a quello pre-pandemico.

Tra il 2019 e il 2021 si osserva, inoltre, anche una generale crescita degli utenti di Internet che hanno fruito della tv in streaming e di video on demand [da piattaforme commerciali o servizi di condivisione] che passano dal 74.7 per cento del 2019 al 79.1 per cento nel 2021. La pandemia ha facilitato lo sviluppo della personalizzazione dei consumi. Sebbene sia nel 2020 sia nel 2021 i livelli più elevati di fruizione si siano mantenuti più alti tra il pubblico prevalentemente più giovane, gli aumenti più sostenuti sono stati osservati tra gli adulti, con punte di incremento di circa il 13 per cento nella fascia di 35-54 anni e di oltre il 15 per cento tra la popolazione di 55 anni e più.

In particolare, nel biennio 2020-2021 è stata la fruizione di video on demand da servizi commerciali [Netflix, Amazon Prime, Infinity, ecc.] a far segnalare una forte crescita, passando dal 29.3 per cento del 2019 al 46.5 per cento nel 2021. Tale forte incremento è anche riconducibile alla chiusura per lungo tempo nel biennio pandemico delle sale cinematografiche, che ha rafforzato la tendenza all’incremento della la fruizione dei film all’interno delle mura domestiche.

Si osservano livelli di fruizione generalmente più elevati tra gli uomini che tra le donne, ma con una tendenza alla riduzione nel biennio pandemico delle distanze di genere, specialmente per quanto riguarda la Tv in streaming e la visione di video on demand da servizi commerciali, dimezzatasi tra il 2019 e il 2021.

Non sono stati rilevati cambiamenti significativi nell’utilizzo della televisione che è rimasta anche nel biennio pandemico il mezzo di comunicazione più utilizzato: nel 2021 il 90.1 per cento della popolazione di 6 anni e più ha dichiarato di guardarla e il 72.5 per cento di farlo con una frequenza giornaliera. Inoltre nei due anni di pandemia, ha subito una battuta di arresto il lento ma continuo trend decrescente registrato negli ultimi venti anni specialmente nelle fasce di popolazione più giovane.

A questa tenuta, ha contribuito la reazione tempestiva del mezzo televisivo che, mutando rapidamente i suoi palinsesti e l’organizzazione delle sue trasmissioni, per tenere conto dell’evolversi della pandemia, è divenuto sostegno e informazione costante rispetto a quello che stava accadendo.

Lo confermano i dati relativi al tempo dedicato alla Tv: ad aprile 2020, in pieno lockdown, quasi la metà delle persone di 18 anni e più [45.9 per cento] ha dichiarato di guardare la televisione per un tempo superiore rispetto al periodo pre-pandemico. A dicembre 2021/gennaio 2022 ci si attesta a livelli molto più bassi: circa un quarto della popolazione vi dedica più tempo che in periodo pre-pandemico.

Merita una segnalazione l’elevato l’interesse per la fruizione delle serie TV [miniserie, sitcom, sceneggiati, serial, fiction, ecc.] fruite nella TV tradizionale o online, con il 43.9 per cento della popolazione di 6 anni e più che dichiara di guardarle una o più volte a settimana [il dato arriva al 73,1 per cento se si considerano anche coloro che dichiarano di vederle meno frequentemente]. Tra coloro che dichiarano di seguirle una o più volte a settimana, particolarmente elevata la quota di ragazze di 15-24 anni [oltre il 61 per cento].

Infine, diversamente dalla televisione, tra i fruitori della radio si è osservata nel 2020 una leggera flessione della quota di ascoltatori [passati dal 59.5 al 57.2 per cento], probabilmente effetto, specialmente nelle prime fasi della pandemia, delle misure di contenimento che hanno limitato gli spostamenti fuori casa, riducendo così le opportunità di ascoltare la radio durante gli spostamenti quotidiani.

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