“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare delle vendite di copie digitali dei quotidiani nazionali e pluriregionali del nostro Paese.
Accertamenti Diffusione Stampa [ADS] ha reso disponibili i dati delle vendite dei quotidiani del maggio 2022. Da questi abbiamo estrapolato quelli delle copie digitali dei quotidiani nazionali e pluriregionali del nostro Paese. I dati si riferiscono alle vendite di copie digitali vendute ad almeno il 30% del prezzo di copertina della versione cartacea.
Il Corriere della Sera consolida la propria leadership su Repubblica. Infatti, mentre il quotidiano di Via Solferino cresce sia rispetto a maggio dell’anno scorso [+.032%] che in confronto ad aprile di quest’anno [-2,56%], il il giornale diretto da Maurizio Molinari continua a perdere vendite registrando un calo del 3.89% rispetto al mese precedente, e addirittura del 27.98% in confronto al mese corrispondente dell’anno precedente.
Se questa è la situazione di leader e co-leader, le cose non vanno molto meglio, anzi, per gli altri quotidiani da noi presi in considerazione. Delle altre 14 testate da noi esaminate solamente cinque sono in crescita rispetto ad aprile 2022, mentre soltanto due sono quelle che vedono crescere le proprie vendite di copie digitali rispetto a maggio 2021.
Rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente la peggior performance è per Il Giornale che perde più di un quarto delle copie. Numero di copie digitali vendute nel giorno medio che comunque al di là del trend era e resta risibile. È invece il Resto del Carlino ad avere il maggior calo rispetto ad aprile 2022: -6.50%.
Nel complesso, su un totale di 16 testate da noi prese in considerazione sono solamente 7 quelle che vendono più di 5mila copie digitali nel giorno medio. Del resto con il quadro dipinto dall’edizione 2022 del “Digital News Report”, il rapporto annuale più atteso dagli addetti ai lavori, e più completo, sullo stato dell’informazione nel nostro Paese non c’è da sorprendersi, ahinoi.