Cerca
Close this search box.

Repubblica: senza la redazione non c’è futuro per il giornale

Condividi questo articolo:

Il giorno di sciopero delle colleghe e dei colleghi di Repubblica cui va la nostra solidarietà  è terminato ma ha bisogno di qualche considerazione più generale da parte della nostra comunità.

Ci sono due aspetti che chiedono la massima attenzione.

Il primo, industriale, riguarda la transizione ad un nuovo modello digitale di produzione.

L’ombrello “digital first” ormai ha infinite declinazioni, ciascuna della quali non riesce sinora a raggiungere un punto di equilibrio tra identità del giornale e conti in ordine. La transizione digitale inevitabile rischia di non produrre i risultati attesi in una serie infinita di tentativi e aggiustamenti. Non si fa in tempo a sperimentare una formula e trovare un relativo accordo sindacale che si rimette tutto in discussione.

Questa incertezza impatta sul secondo punto ovvero gli accordi sindacali, il loro rispetto e la  collaborazione della redazione.

Proprio perché la metaforica America non è stata ancora avvistata è necessario che l’equipaggio sia ben nutrito, curato e attrezzato. Fuor di metafora in una fase di sospensione su identità e fattura industriale del giornale la redazione (e il cdr) non può essere scavalcata, non coinvolta ed esclusa da ogni decisione magari affidandosi al lavoro dei collaboratori come contrappeso delle proteste centrali o al richiamo in servizio di colleghi prepensionati.

Noi non vediamo, a Repubblica come altrove, altra soluzione per uscire dalla crisi che rinsaldare un patto tra produttori (aziende e direttori) e lavoratrici e lavoratori. Non un patto generico ed astratto bensì una relazione che  passi dal coinvolgimento reale di tutti sulle cose da fare e gli obiettivi da raggiungere.

Se invece si procederà a strappi le reazioni non possono che essere quelle messe in campo dalla redazione di Repubblica, incluso lo sciopero.

Segreteria ASR

Il network