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Riformare l’editoria: una urgenza per il nuovo governo

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Con la nomina dei sottosegretari, incluso quello dell’editoria, il collega Alberto Barachini (FI) già presidente della Commissione di vigilanza della Rai, il governo Meloni ha definito completamente la compagine.

Questo governo, forte del mandato elettorale, dovrà considerare all’interno delle sofferenze e dei problemi del paese anche quelli specifici del nostro settore, l’editoria, un settore molto delicato per la sua funzione sociale e costituzionale.

L’elenco è molto lungo e risente di nodi storici irrisolti sulle libertà professionali cui si affiancano affanni sul piano industriale e lavorativo.

Solo a titolo indicativo indichiamo le urgenze:

– una legge sulle querele temerarie;

– una nuova fattispecie di reato che punisca coloro che con aggressioni e minacce ostacolino il diritto/dovere del giornalista di informare correttamente e compiutamente l’opinione pubblica;

– azzerare la riforma Cartabia sulla “presunzione di innocenza”. Blocca l’accesso alle fonti per i colleghi che si occupano di cronaca

– una nuova legge sull’editoria che superi la 416, figlia delle rotative ormai soppiantate dalla trasformazione  digitale del settore, promuova l’occupazione stabile   e archivi la stagione dei prepensionamenti;

– una legge di sistema sulle agenzie di stampa che superi il modello dei bandi;

– una legge di riforma per la Rai che allontani dalla politica e dal governo di turno la gestione dell’azienda;

– una legge che definisca il ruolo dei giornalisti che lavorano per la Pubblica Amministrazione in linea con il contratto di lavoro giornalistico;

– l’armonizzazione dei fondi straordinari per l’editoria ribadendo la centralità della credibilità professionale nella distribuzione delle risorse anche in funzione di contrasto alle fake news.

– l’applicazione del pluralismo anche nella definizione dei contributi per l’emittenza privata.

A tutte  queste urgenze bisogna rispondere con interventi generali e specifici, certamente ambiziosi ma fondamentali per tutelare i cittadini, fruitori dell’informazione.

Su questo Stampa romana è pronta a fare la sua parte, non dimenticando mai il ruolo di presidio sindacale del lavoro dei colleghi da tutelare anche da invasioni di campo della politica.

Proposte e idee dell’associazione  sono già a disposizione di tutti e le ribadiremo nelle interlocuzioni con il nuovo governo.

Segreteria ASR

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