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QUESITO CONGRESSUALE: L’INPS SCALZA LA FNSI

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La Fnsi, il sindacato unitario di tutti i giornalisti pensionati compresi, “non può fare da supplenza all’Inps”. Ad affermarlo è stato Guido Besana, vicesegretario della Federazione, nel suo intervento messo agli atti del Consiglio generale dell’Inpgi del 10 novembre scorso.

Purtroppo, il travagliato passaggio di 15mila giornalisti contrattualizzati e di 7mila pensionati dal privato (Inpgi) al pubblico (Inps) lascia dietro di sé una scia di inadempienze contrattuali, normative e legislative che investono le dirette responsabilità delle parti sociali, la Fnsi in particolare, a cominciare dal dramma di una cinquantina di prepensionati che, licenziati dopo il 1 luglio, da mesi non vedono un euro di pensione.

Purtroppo ancora, benché inaccettabile, sarà possibile il “pollice verso” contro gli ex Inpgi 1 un domani quando, a fine dell’anno prossimo, la quadratura del cerchio sarà terminata. Perché le nostre questioni previdenziali, sociali, contributive e giuridico amministrative, come per altri milioni di lavoratori pubblici, saranno tutte regolate dall’Inps attraverso le sue circolari e i decreti interministeriali. Per tutta questa serie di questioni vitali per i giornalisti si finirà sotto un nuovo ombrello e non più sotto quello protettivo dell’Inpgi come ribadito più volte dalla presidente Marina Macelloni.

Come colloquiare con l’Inps? Attraverso i Patronati della Cgil, Cisl e Uil e di altri enti pubblici e non come finora fatto mediante la disponibilità degli uffici territoriali Inpgi delle Ast che già oggi sono passati a disposizione solo dei giornalisti autonomi ex Inpgi2.

Allora i cordoni ombelicali di tanti colleghi con il proprio storico sindacato rischiano di spezzarsi provocando vizi di discriminazione.

Speriamo di no specie se la prossima rinnovata dirigenza Fnsi post-congressuale si farà parte diligente e responsabile, promuovendo un proprio Patronato al posto degli attuali di altra caratura che, al momento, non sono molto informati sullo sviluppo dei tempi e dei modi del nostro transito nel settore pubblico. Confidiamo anche che dai congressi esca una nuova guida dell’Ungp più consapevole e sensibile ai problemi di sostanza dei colleghi della terza età.

Penso che il monito, che ci viene dal cuore, sia condiviso: noi vogliamo rimanere nel nostro sindacato e continuare ad avere udienza e voce in capitolo. Semmai siano altri, i condottieri svogliati e indifferenti, a inseguire nuovi lidi sulle orme dei giornalisti emigrati altrove a caccia di farfalle.

Romano Bartoloni presidente Grgp e consigliere generale Inpgi

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