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Meloni: si risponde alle domande dei giornalisti

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La legge di bilancio e’ l’atto di guida e indirizzo più importante del nostro paese. Una specie di timone di quanto il Governo in carica intende fare a beneficio dei cittadini.

La conferenza stampa di presentazione delle misure è una occasione fondamentale per l’esecutivo per spiegare bene le scelte ed è una occasione fondamentale per le colleghe e i colleghi per fare domande, sciogliere dubbi, esercitare il diritto di critica, riportare ai cittadini quanto emerge dalle note stampa.

E la prima volta del governo Meloni, come per gli altri governi, non può che rientrare in questo recinto.

È fondamentale sapere se ci sarà più o meno scuola pubblica, se ci sarà più o meno lotta alla povertà, se il reddito di cittadinanza sarà archiviato e come la sua ridefinizione inciderà sul Meridione e sul lavoro povero, se saranno pagate più o meno tasse, se il
lavoro dipendente sarà più o meno avvantaggiato del lavoro autonomo, se ci saranno misure e con quale efficacia sul caro energia e caro bollette, se ci saranno scostamenti di bilancio o la manovra rispetterà i parametri dell’Unione europea rientrando nell’ortodossia monetarista. Domande legittime che riportano al centro dell’attenzione non le vicende private della premier ma i fatti e gli interessi del paese.

Pertanto riteniamo incongruo, paradossale e inaccettabile qualsiasi compressione di tempo alle domande dei colleghi. La presidente del consiglio sa bene che uno dei doveri delle istituzioni è non sottrarsi allo scrutinio pubblico che passa dal ruolo e dalle domande dei giornalisti nelle conferenze stampa. Ne’ queste possono ridursi a formalità, tanto meno in questa occasione, ne’ ci possono essere considerazioni improprie sul coraggio dei giornalisti. Un grosso scivolone che ci auguriamo non debba più ripetersi nell’interesse dei cittadini.

Segreteria ASR


Cdr Repubblica e Stampa: Meloni risparmi giudizi sui colleghi

Il Cdr di Repubblica e il Cdr de La Stampa stigmatizzano le modalità con cui Giorgia Meloni, premier italiana, ha fin qui gestito gli incontri dedicati con la stampa per rispondere alle domande sull’attività di governo. E considerano inaccettabile quanto avvenuto ieri al termine dell’incontro con i giornalisti per la presentazione della legge di bilancio. Troncare le conferenze stampa limitando le domande dei cronisti è una modalità che non si addice alle democrazie occidentali. 
Ma, soprattutto, arrivare a insinuare, dopo le sollecitazioni dei due cronisti di Repubblica e La Stampa, che i giornalisti siano stati pavidi con i suoi predecessori è non solo denigratorio nei confronti di professionisti che stanno svolgendo il loro lavoro, ma indice di una malcelata volontà di indirizzare l’informazione e l’opinione pubblica di questo Paese.
Il presidente del Consiglio è ovviamente libera di rispondere o non rispondere alle domande e decidere anche il tempo che vuole dedicare a questa attività. Non le compete dare giudizi sulle domande che riceve, né dare patenti di subalternità o meno. Il confronto è alla base delle democrazie ed è a questo principio che continueremo ad attenerci.

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