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A chi Vanno i Soldi del Fondo Straordinario di Sostegno all’Editoria

Editoria

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Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha pubblicato come sono state ripartite le risorse, pari a 90 milioni per il 2022, del Fondo Straordinario per l’Editoria istituito dalla legge di bilancio 2022, dopo che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, a metà di novembre, il DPCM 28 settembre 2022.

La quota maggiore, quasi il 39%, pari a 35 milioni di euro, è assegnata come contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati dalle tv nazionali e locali, dalle emittenti radiofoniche e dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici, comprese le agenzie di stampa.

Entrando nel dettaglio di tale importo, una quota, pari ad euro 10 milioni, è destinata agli investimenti dei fornitori di servizi di media audiovisivi nazionali titolari di Logical Channel Numbers, attribuiti secondo quanto previsto dalla delibera AGCOM 116/21/CONS, con esclusione dei soggetti a partecipazione pubblica e dei soggetti titolari di LCN destinati esclusivamente alla diffusione di programma di televendite.

Una quota, pari ad euro 10 milioni, è destinata agli investimenti dei fornitori di servizi di media audiovisivi operanti in ambito locale che, all’esito delle procedure adottate in attuazione dell’art. 1 comma 1034 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, abbiano avuto accesso alla capacità trasmissiva nelle aree tecniche di cui alla delibera AGCOM/19/39/CONS.

Una quota, pari ad euro 7,5 milioni, è destinata agli investimenti dei titolari di concessioni radiofoniche, dei fornitori di contenuti radiofonici digitali e dei consorzi di imprese editoriali operanti in tecnica DAB, previsti dalla delibera AGCOM 664/09/CONS. E una quota, pari ad euro 7,5 milioni, è destinata agli investimenti delle imprese editoriali di giornali e periodici.

Quindi più della metà [57.1%] dei fondi viene assegnato alle televisioni. Non sorprende che quando è stato formato il Governo Meloni Berlusconi abbia insistito per avere un suo uomo al comando del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. Dopo che già durante il Governo Draghi Forza Italia aveva piazzato Moles a capo del Dipartimento, ora Alberto Barachini è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria. Un altro di Forza Italia ma che è anche dipendente di Mediaset. La provvidenza, continua, come ha raccontato nell’audizione di ieri alla Camera dei Deputati il Sottosegretario.

Quasi un terzo dei fondi [31.1%], pari a 28 milioni, è per il contributo straordinario sul numero di copie vendute nel 2021. È previsto un contributo di 5 centesimi per copia venduta, esclusivamente attraverso le edicole o i punti vendita non esclusivi, nel 2021. Il contributo in oggetto viene riconosciuto anche nell’ipotesi in cui le copie vengono cedute in abbonamento. Il requisito per accedere a questa tipologia di contributo per le imprese è l’inquadramento di almeno tre giornalisti ai sensi dell’articolo 1 del contratto nazionale di lavoro [quindi professionisti] e il possesso della regolarità contributiva e previdenziale. Il numero delle copie vendute è oggetto di certificazione. Ma non viene specificato come.

Alle edicole invece il 16.6% del totale, pari a 15 milioni. Si prevede un contributo di 2.000 euro per le persone esercenti l’attività di punti vendita esclusivi per la rivendita di giornali e riviste a fronte di spese sostenute per l’ammodernamento tecnologico, la fornitura di pubblicazioni agli esercizi commerciali limitrofi, l’attivazione di punti vendita addizionali e per progetti volti a favorire la consegna dei giornali a domicilio. Per detta misura è stanziato un Fondo complessivamente pari a 15 mni di euro. Questo contributo è soggetto al regime del de minimis.

In pratica si fanno proprie le tesi del Presidente della FIEG e le sue “visionarie” idee sul modello giapponese, che non regge. E, in attesa che le modalità per la fruizione dei contributi siano definite con provvedimento del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, non appare per niente chiaro cosa si intenda per “ammodernamento tecnologico”. Soldi buttati quando con uno stanziamento di gran lunga inferiore ai 15 milioni allocati dal fondo straordinario si potrebbe implementare l’informatizzazione delle edicole, con tutti i vantaggi che questo comporterebbe per tutta la filiera.

Infine sono stanziati 12 milioni [13.3% del totale] per l’assunzione di giovani giornalisti e professionisti con competenze digitali e per la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti giornalistici co.co.co. Di questi è stanziato un fondo complessivamente pari a 3 milioni di euro a favore di tutte le imprese che operano nel settore dell’informazione, per le quali è previsto un contributo di 8mila euro per l’assunzione di giovani al di sotto dei 35 anni in possesso di certificati che attestino le competenze in materia di editoria digitale [digitalizzazione editoriale, gestione dell’informazione e dei documenti informatici, della comunicazione e della sicurezza informatica, del servizio online e della trasformazione digitale]. Il contributo è previsto per i contratti stipulati nel 2022 e per le assunzioni a tempo indeterminato.

Mentre gli altri 9 milioni di euro sono per la trasformazione di un contratto di lavoro giornalistico a tempo determinato ovvero di collaborazione coordinata e continuativa. In questo caso il contributo viene elevato a 12mila euro rispetto agli 8mila dell’altra parte dello stanziamento per i giornalisti.

Considerando che, stando ai dati disponibili, lo stipendio di un giornalista under 35 è nel 71.8% dei casi inferiore a 20mila euro all’anno, si tratta di una misura di gran lunga superiore rispetto a quella riservata agli edicolanti, che mediamente oggi fanno fatica a portare a casa uno stipendio da operaio.

Come recita la norma, i dettagli sono definiti con provvedimento del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri da adottarsi entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto e pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento stesso. Dunque entro il 16 dicembre 2022. In attesa di allora appare comunque già chiaro come vi sia uno sbilanciamento in favore di alcuni a dispetto di altri, e che, ancora una volta, mancano criteri qualitativi di erogazione dei fondi ed è assente una visione strategica.

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