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Aleteia liquida: giornalisti senza tutele

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I lavoratori e le lavoratrici di Aleteia Italia Srl sono rimasti sconvolti dalle modalità e dalla rapidità con cui gli amministratori della società hanno deciso di liquidare una realtà così amata dai nostri lettori – come le centinaia di attestazioni di stima sui social testimoniano – senza alcun serio tentativo di rilancio e senza alcun coinvolgimento dei lavoratori che per quasi 12 anni hanno permesso ad una realtà editoriale di trovare spazio e autorevolezza nel dibattito ecclesiale italiano.

Nelle scarne comunicazioni che l’Azienda ha condiviso con i collaboratori si parla di cifre insolute enormi di cui si fa difficoltà a capire come siano state calcolate, in tutto questo 6 persone, quasi tutte con figli piccoli, sono state cacciate e la società messa in liquidazione in fretta e furia, rendendo ardua qualsiasi interlocuzione essendo – tra l’altro – il management in uscita o in Francia dove ha sede la casa madre, Aleteia SAS.

Dispiace che una azienda che ha basato il suo lavoro sulla professionalità da un lato e dall’altro sull’annuncio dei valori del Vangelo non abbia trovato una modalità diversa per sistemare i rapporti con quelli che sono – prima di tutto – persone.

Le lavoratrici e i lavoratori di Aleteia Italia Srl sperano in un ripensamento e in una maggiore equità nel rapporto con chi – per tanti anni – ha prodotto un notiziario aggiornato e innovativo nel panorama dei media cattolici italiani.

L’Assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici di Aleteia Italia


Aleteia liquida la redazione da un giorno all’altro. La solidarietà di UCSI Lazio

L’UCSI Lazio esprime piena solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti di Aleteia Italia, azienda editoriale liquidata senza preavviso alla redazione (con sede in Roma), la quale solo il 24 febbraio scorso ha saputo che l’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro.

Sono 6 le redattrici e i redattori italiani lasciati a casa dopo 12 anni di lavoro per Aleteia Italia Srl, una delle edizioni di Aleteia SAS con sede centrale in Francia. A questi si aggiungono altri 7 collaboratori tecnici con le relative famiglie messe in seria difficoltà economica, senza prospettiva di ricollocamento.

Il portale italiano è diventato un punto di riferimento per l’informazione cattolica online con ottimi risultati in termini di accessi al sito e, quindi, di pubblicità venduta da Media-Partecipations, operatore industriale di Aleteia SAS.

Oltre 60 mila accessi unici giornalieri al sito, 250mila follower su Facebook, quasi 25mila su Instagram, 17mila iscritti al canale YouTube e altrettanti su Twitter. «Tuttavia – scrive Eric De Legge, caporedattore francese di Aleteia – in mancanza di risorse pubblicitarie sufficienti, […] non possiamo continuare a diffondere e trasmettere la bellezza del messaggio evangelico».

Per le giornaliste e i giornalisti lasciati a casa, è assurdo come sia stata messa in liquidazione un’azienda che, in ritorni di ricavi di pubblicitari e donativi, fosse sempre stata in grado di difendersi negli anni. Ad aggravare la vicenda è stato il totale nascondimento di tali passaggi avvenuti senza un tavolo di confronto con i professionisti che hanno lavorato al suo interno con una comunicazione recapitata a ridosso del weekend.

L’UCSI Lazio auspica che l’editore francese trovi quanto prima una soluzione per continuare a garantire il lavoro quale diritto da riconoscere alle colleghe e ai colleghi che per tanti anni hanno prodotto un notiziario aggiornato e innovativo nel panorama dei media cattolici italiani.

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