Cerca
Close this search box.

Giunta + AA.RR.SS Fnsi: debole la prima

Condividi questo articolo:

EQUO COMPENSO GIORNALISTI: LA FNSI SI SMENTISCE SUL DECRETO MELONI E SCOPRE CHE, COME DICEVAMO NOI, È APPLICABILE. MA C’È DA LAVORARE

Equo compenso per i giornalisti con il disegno legge Meloni? Dopo la “bocciatura” iniziale la FNSI fa marcia indietro e deve dare ragione alla linea che Associazione Lombarda Giornalisti, Stampa Romana, Subalpina, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Molise hanno indicato come strategica per tutelare i freelance nei rapporti con i soggetti previsti dalla norma: grandi realtà private e pubblica amministrazione.

Durante il dibattito della giunta FNSI di una decina di giorni fa, le nostre associazioni territoriali che avevano evidenziato le peculiarità del disegno di legge, hanno ribadito che il sindacato deve costruire una linea d’attacco strategica su questo tema insieme all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. È l’Ordine, infatti, il soggetto che sulla base dell’art. 6 del nuovo dispositivo normativo, può sottoscrivere con grandi realtà private e pubbliche amministrazioni, percorsi che portino alla sottoscrizione di modelli standard di convenzioni.
“Abbiamo invitato la Federazione ad accelerare il confronto con l’Ordine, concordare basi economiche di riferimento che diventino lo strumento su cui appoggiare i modelli standard. Ordine e sindacato dovranno quindi mettersi d’impegno e convincere i datori di lavoro privati e pubblici a percorrere questa nuova strada: solo così si possono tutelare i colleghi freelance in attesa che vengano definiti i parametri di congruità che da anni non vengono definiti”.

CARA INPS, GIÙ LE MANI DAI FONDI CONTRATTUALI DEI GIORNALISTI
LA FNSI DEVE RIAPPROPRIARSENE PER INIZIATIVE A FAVORE DELLA CATEGORIA

I fondi contrattuali che l’INPS ha incamerato con l’assorbimento della gestione Inpgi devono tornare al più presto nelle disponibilità delle parti (Fnsi e Fieg) alle quali spetta il compito di valutare se e come continuare ad alimentarli e utilizzarli. Lo hanno ribadito i rappresentanti delle associazioni di Stampa Romana, Associazione Lombarda dei Giornalisti, Subalpina, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Molise, nel corso della giunta esecutiva Fnsi.

“La Fnsi aveva garantito che quei fondi non sarebbero stati trasferiti all’INPS: invece così non è stato. Vanno quindi valutate tutte le azioni (dalla moral suasion politica all’azione legale) affinché quei fondi ritornino nelle disponibilità dei soggetti che li hanno creati e sostenuti negli anni”.
Il caso dei 5 euro prelevati dalle buste paga dei colleghi contrattualizzati e finalizzati alla perequazione delle pensioni più basse è emblematico. “Il ministero ritiene quella misura decaduta: gli editori no. La Fnsi sul tema pare non avere idea alcuna e asseconda l’interpretazione della Fieg che, per essere sicuri, vuole una risposta dal Ministero. Invece bisogna chiedere immediatamente che il prelievo sia subito interrotto. È necessario agire subito. I soldi dei colleghi non possono essere prelevati senza sapere che fine fanno”.

FIEG: CON LA FNSI DAL GOVERNO PER AVERE NUOVI FONDI
SÌ ALL’IPOTESI, MA SOLO SE PRIMA C’È OCCUPAZIONE E NUOVO CONTRATTO

Fieg ha incontrato il sottosegretario all’editoria Barachini per chiedere nuove azioni di sostegno all’editoria. Riffeser ha poi visto la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante e a lei ha chiesto di fare sinergia per ottenere nuovi aiuti. La segretaria, come da lei illustrato nel corso della giunta, ha sottolineato di aver già risposto agli editori che un’azione combinata per chiedere al Governo nuovi fondi è possibile, ma a condizione che i fondi non siano destinati solo ai prepensionamenti -di cui va rivisto l’intero quadro normativo- ma anche a sostenere il settore e se gli editori saranno disposti a far recuperare alle retribuzioni i 9 punti di inflazione persi nel corso degli ultimi anni.

E, infine, se gli editori provvederanno all’assunzione dei co.co.co. strategici.
È una posizione, quella della Fnsi, che va nella direzione giusta, ma non può essere considerata esaustiva, hanno sostenuto i rappresentanti delle associazioni di Subalpina, Stampa Romana, Associazione Lombarda dei Giornalisti, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Molise.
Un’azione di lobby tra Fnsi e Fieg è d’obbligo per trovare finanziamenti e politiche di sostegno al settore, all’occupazione, oltre che all’equo compenso. La scelta operativa e gli interventi devono essere complessivi, la strategia totale: si deve recuperare l’aspettò monetario, ma non ci si può scordare che il contratto va rinnovato nel suo complesso.
In questo percorso devono essere coinvolti tutti i soggetti che rappresentano le aziende Editoriali, senza dimenticare le realtà che rappresentano le novità della nostra professione. Un esempio: i social media manager.

Una categoria di lavoratori che dovrebbe trovare nella Fnsi un interlocutore con cui interagire per trattare con gli editori ed entrare a pieno titolo nel contratto di lavoro giornalistico. Invece, sono gli altri sindacati, a partire dalla CGIL, gli attuali interlocutori dei social media manager e stanno trattando per essere inseriti nel contratto dei grafici editoriali.

L’FNSI VUOLE SPOSTARE LA SEDE DA CORSO VITTORIO A BOTTEGHE OSCURE
SCELTA FRETTOLOSA, NON CONDIVISA E CON MOLTI ASPETTI NON DEFINITI

Il metodo è: poca trasparenza, decisioni prese da chi “comanda”, condivisione zero ma responsabilità caricate su tutti.
È così che la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, ha annunciato il prossimo abbandono -dopo 52 anni- della sede FNSI di Corso Vittorio Emanuele dopo avere già individuato una nuova sede in via delle Botteghe Oscure, e avendo già iniziato una interlocuzione (con una lettera d’intenti sottoscritta) con la Fondazione Cenci Bolognetti, proprietaria dell’immobile. Gli spazi (“nuovi, già attrezzati e che non necessitano di interventi” è stato detto) sono quelli della ex sede della UGL, attualmente occupata dalla Lega di Salvini.

Non si sa quando l’immobile sarà libero, non sono state presentate planimetrie, né bozze di preventivi di spesa. Niente di scritto è stato consegnato alla Giunta e alle AARRSS. Sono solo stati snocciolati dei dati: dai 960 mq attuali su due piani, di cui 600 mq ad esclusivo uso della Federazione, e costi annuali totali per 206 mila euro, si scenderebbe a 550 mq totali e 110 mila euro annui, riscaldamento escluso. Costi a cui dovrebbero aggiungersi almeno due riunioni di Consiglio Nazionale non più organizzabili in sede perché mancherebbe uno spazio per 120 persone come l’attuale Sala Tobagi di Corso Vittorio.
Una scelta improvvida e non adeguatamente valutata, hanno lamentato i rappresentanti di Associazione Lombarda Giornalisti, Stampa Romana, Subalpina, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Molise.

Il tema non è stato inserito nell’ordine del giorno della riunione e nessun documento è stato sottoposto alla valutazione della giunta federale: Costante ha presentato una sola opzione invece che proporre almeno un paio di altre scelte. Magari anche fuori dal centro storico di Roma, per valutare o affitti più bassi o spazi più ampi. Così come non ha voluto valutare l’ipotesi acquisto della sede, che forse sarebbe più lungimirante in un’ottica di salvaguardia delle risorse della categoria. Si potrebbe ipotizzare anche un meccanismo di autofinanziamento, sicuramente percorribile a fronte della disponibilità di fondi a riserva presenti in bilancio.

La segretaria Costante ha quindi rifiutato la nostra richiesta di sospendere la votazione sul proseguimento delle trattative con la proprietà, e ha forzato la mano esigendo che la Giunta Esecutiva si esprimesse con i pochissimi elementi a sua disposizione. Il voto si è risolto con 11 sì, i 4 no dei nostri rappresentanti e la temporanea uscita dalla sala del presidente FNSI, Vittorio Di Trapani.

Associazioni Regionali della Stampa di Lazio, Lombardia, Piemonte, Friuli- Venezia Giulia, Calabria e Molise.

Il network