Le giornaliste e i giornalisti dell’Agenzia di stampa Dire si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di domani, mercoledì 3 aprile, e del prossimo giovedì 11 aprile, alla luce della posizione di chiusura, da parte dell’azienda, rispetto alla richiesta di sanare in maniera definitiva la questione dei 17 giornalisti della sede di Roma sospesi dal lavoro la notte del 31 dicembre. Si tratta delle prime due giornate di sciopero di un pacchetto di 5 giorni affidati dall’Assemblea al CdR.
L’Assemblea dei redattori, con questa mobilitazione, chiede nuovamente che la Com.e, azienda editoriale proprietaria dell’agenzia Dire, paghi gli stipendi del mese di gennaio per intero anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio dall’1 al 26 gennaio scorso.
L’Assemblea, supportata dai sindacati, ritiene infatti illegittimo il provvedimento di sospensione e pertanto privo di effetti, come del resto dimostrato dalla regolare presenza al lavoro di tutti i colleghi interessati anche nel mese di gennaio.
Il riscontro è evidente dai lanci di notiziario e dagli articoli del sito usciti, in gennaio, siglati e firmati anche dai colleghi destinatari di tale decisione.
L’Assemblea chiede inoltre all’azienda di proseguire con l’opera di reintegro dei colleghi licenziati a seguito del piano di esuberi dell’autunno scorso, di regolarizzare il pagamento degli stipendi (che ancora avviene in ritardo e in due o tre tranche) e di aprire una nuova stagione di rapporti costruttivi con le rappresentanze sindacali e il corpo redazionale nella sua interezza.
Dopo quasi due anni di solidarietà, con un taglio fino al 30% per gli stipendi di giornalisti e grafici, ci sono stati i licenziamenti arrivati il 28 dicembre. Poi con la vicenda del fermo amministrativo è arrivata la sospensione dei contributi da parte di Palazzo Chigi (sbloccata a fine gennaio).
Poi le sospensioni. I giornalisti dell’agenzia Dire vorrebbero poter guardare oltre una stagione conflittuale e di tensioni che non
hanno cercato, e sperano di poterlo fare trovando una rinnovata disponibilità al dialogo da parte dell’editore.