L’estromissione all’ultimo minuto dalla conduzione di un’edizione straordinaria di una collega del Tg1 che ha incarichi sindacali appare come un nuovo colpo assestato a chi svolge attività di rappresentanza dei colleghi.
L’elenco si allunga, dopo gli attacchi sguaiati di esponenti politici al Cdr del più seguito Tg nazionale, quello del direttore di Rainews 24 al Cdr della testata, fatto chiamando in causa addirittura l’Ordine dei giornalisti.
Una pratica purtroppo diffusa, non solo nell’emittente pubblica, che punta a indebolire la stessa funzione del sindacato. A tutti i colleghi colpiti va ovviamente la solidarietà dell’Associazione Stampa Romana.
L’esasperata dialettica sulla Rai invita però a un supplemento di riflessione sui ruoli del Sindacato, dell’Ordine, sull’autonomia professionale. Il nostro Sindacato unitario rappresenta tutti i colleghi, nessuno escluso, i Cdr presidiano la corretta applicazione delle regole, non sono “parti”, meno che mai politiche, non sono gli antagonisti dei direttori, che dovrebbero accettare il confronto con le redazioni, anche aspro.
L’Ordine dei giornalisti non è una clava da brandire contro i colleghi, ma una garanzia per i cittadini, perché abbiano un’informazione corretta.
Premesse che dovrebbero essere scontate, ma che sembrano dimenticate da chi pensa di strumentalizzare ogni vicenda del Servizio Pubblico per una guerra di fazioni, una logica che respingiamo con forza.
Si garantiscano il pluralismo e un’informazione adeguata, che dia spazio ai fatti, tutti, senza che siano guardati con la lente dell’appartenenza politica, si trattino con uguale dignità tutti i colleghi della Rai, senza eccezioni e senza schiacciarli sulle logiche della politica.
Il Sindacato è imprescindibile per ricostruire la credibilità del Servizio Pubblico e dei media più in generale, senza la quale è a rischio l’intero impianto democratico.
La Segreteria ASR