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Assemblea Dire: ancora senza stipendi, estrema preoccupazione

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L’ Assemblea dei Giornalisti e dei Grafici dell‘agenzia Dire, insieme al Cdr e alle Rsa, tornano a ribadire estrema preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare a seguito di enormi difficoltà aziendali non ancora risolte.

Alla preoccupazione per il mancato pagamento degli stipendi di gennaio 2025, e senza alcuna notizia rispetto a febbraio 2025, si aggiunge ora l’apprensione per la decisione del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria di sospendere il contratto di fornitura del servizio di agenzia di stampa, a partire da giovedì 6 marzo, per verifiche sulla nuova società creata nell’ambito di un complesso piano di riorganizzazione per superare i problemi ereditati dalla precedente gestione.

I lavoratori della Dire chiedono pertanto:

all’editore, di assumere le proprie responsabilità sbloccando la situazione stipendiale, dando immediatamente gli stipendi di gennaio 2025, e di corrispondere quelli di febbraio 2025 nei tempi previsti, nonché di completare il pagamento di quelli di gennaio 2024 per quei lavoratori illegittimamente e ingiustamente sospesi all’inizio dello scorso anno;

all’azienda, di garantire il massimo della trasparenza sulla situazione economico-amministrativa e sui procedimenti in corso;

al Dipartimento, di svolgere gli accertamenti nel minor tempo possibile nella speranza di vedere quanto prima di nuovo riconosciuto il contributo previsto per l’agenzia.

I lavoratori della Dire e le loro famiglie si aspettano che Azienda e Dipartimento facciano tutto il possibile affinché ottengano la giusta retribuzione, a cui hanno diritto secondo contratto. Non può essere sempre il corpo lavorativo a pagare il prezzo di una situazione che, dal 2023, ha già visto mettere in atto da parte dell’azienda licenziamenti e sospensioni e, ancor prima, quasi due anni di regime di solidarietà.


Usigrai, solidarietà alle colleghe e ai colleghi dell’Agenzia Dire

L’Usigrai esprime solidarietà alle colleghe e colleghi dell’agenzia Dire da due mesi senza stipendio. Un grido d’appello che non può rimanere inascoltato. Non possono essere i dipendenti a pagare per la sospensione di un contratto di fornitura. Chiediamo a tutte le parti interessate di vigilare perché la situazione si sblocchi velocemente.

Affamare i giornalisti e tutto il comparto dell’editoria significa ridurre spazi di democrazia e pluralismo in periodo in cui fake news e revisionismo cercano di condizionare l’opinione pubblica.

Esecutivo Usigrai

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