Alla Dire sembra essere arrivato il momento della verità. L´azienda, o dovremmo dire meglio le aziende, visto il gioco di scatole cinesi che si è consumato negli ultimi anni ed è proseguito nelle scorse settimane, sembra avviata a chiarire i suoi intenti per il futuro.
Quali sono? Il sindacato ha cercato per mesi di saperlo, ma non ci è riuscito. Invano ha chiesto al management di chiarire le sorti di Dire cooperativa e di Dire New. L´unica volta che si è seduta a un tavolo, l´azienda non è stata in grado nemmeno di fornire con esattezza il dati di bilancio del 2008, nè tanto meno le previsioni per l´anno in corso.
Vogliamo credere che nell´assemblea dei soci di martedì 30 giugno prossimo, i responsabili aziendali ci stupiscano: magari non troveranno tutte le soluzioni, ma saranno in grado di presentare quel piano di rilancio a cui lavorano in gran segreto da tempo. Spiegheranno su quali prodotti informativi intendono puntare e quali quelli che giudicano da abbandonare. Daranno le linee guida di un piano editoriale che sappia coniugare un bilancio, anche se non florido, almeno sano con la conservazione dei posti di lavoro. Questi ultimi sono fondamentali per chi, come un´agenzia di informazione, vive di idee e, si sa, le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini.
Ma siccome il passato recente induce a esser cauti, il segretario di Stampa Romana, Paolo Butturini, invita tutta la Giunta, il Direttivo, i colleghi della Dire e i cdr del Lazio a essere presenti, martedì 30 giugno prossimo, in via G. Marchi 4, dove di tiene l´assemblea dei soci. Vogliamo che i colleghi della Dire sappiano che non sono soli e che il loro posto di lavoro non si tocca.