Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Nasce il Coordinamento
delle agenzie di stampa

Condividi questo articolo:

Si è costituito il coordinamento dei Comitati di redazione delle agenzie di stampa, promosso dall´Associazione Stampa Romana.

Nel corso dell´incontro i C.d.r. hanno condiviso l´allarme per la situazione del settore, un´analisi sommaria delle tematiche comuni alle diverse testate e l´esigenza di una serie di iniziative dirette verso i tre interlocutori naturali di questo nuovo organismo: la Federazione Nazionale della Stampa, la Federazione Italiana degli Editori, il Governo.


Le agenzie di stampa pagano la crisi del mercato dell´editoria: i ricavi e la diffusione al pubblico della stampa quotidiana e periodica sono in costante contrazione; l´editoria di partito, cooperativa e di idee è in crisi verticale essendo da anni in corso un progressivo e drammatico taglio delle provvidenze pubbliche e delle certezze di finanziamento, nel sostanziale disinteresse della parte pubblica a una effettiva regolazione del settore che faccia pulizia di rendite privilegiate e vere e proprie truffe ai danni dello Stato. Lo stesso settore radiotelevisivo nel suo complesso non gode di buona salute, ed è comunque caratterizzato da un mercato oligopolistico e da una fortissima concentrazione delle risorse pubblicitarie che riduce la platea dei potenziali acquirenti del prodotto delle agenzie di stampa. Inoltre lo sviluppo della rete e dei socialnetwork è caratterizzato dal moltiplicarsi delle fonti di informazione gratuite (istituzionali, aziendali o autoprodotte dagli utenti/consumatori) e da una crescente e incontrollabile tendenza alla diffusione gratuita degli stessi contenuti editoriali prodotti professionalmente e diffusi a pagamento dalle agenzie di stampa.


Le singole aziende editrici delle agenzie di stampa dipendono in maniera molto differenziata fra loro dal valore delle convenzioni pubbliche (con palazzo Chigi, la Farnesina, le Camere e altri centri di spesa istituzionali) ma sono comunque tutte minacciate dal progressivo contrarsi della disponibilità di spesa delle istituzioni nazionali e locali.


Gli editori stanno affrontando in maniera confusa le prospettiva future: non è affatto chiaro il modello di business al quale puntano, ma è molto chiaro che tre direttrici li accomunano, o ne accomunano la gran parte:



  1. la prima è la scelta di rispondere alle difficoltà economiche innanzitutto attraverso tagli al costo del lavoro e una progressiva (e più volte riproposta di anno in anno) riduzione del personale giornalistico.

  2.  La seconda è la richiesta progressiva di una maggiore flessibilità che tende a impoverire il prodotto attraverso la perdita o la mancata valorizzazione delle competenze professionali personali dei colleghi.

  3. La terza è la pretesa di estendere senza regole e garanzie le capacità professionali dei colleghi a una non meglio precisata produzione “multimediale”, che in qualche caso richiede l´impiego di giornalisti in mansioni tecniche come la ripresa video o il montaggio. In alcuni casi questi argomenti sono oggetto di contrattazione in azienda, in altri si tratta di vere e proprie imposizioni, più o meno striscianti.

La risposta dei giornalisti e del sindacato, sia a livello aziendale che a livello di rapporti con gli editori e il Governo, non può che essere quella di progettare e cercare di gestire uno sviluppo che non trasformi la professione e le redazioni in una versione postmoderna della catena di montaggio fordista. Che passi attraverso la valorizzazione delle competenze professionali e delle caratteristiche proprie della professione, certo in accordo con i piani editoriali delle testate e con la struttura gerarchica delle redazioni. E´ necessario dare valore alla formazione professionale, ai nuovi linguaggi e strumenti di comunicazione e alle nuove tecnologie, difendere le competenze specialistiche e i relativi rapporti con le fonti da parte di ogni singolo professionista, l´autonomia professionale nella scelta delle notizie e della loro gerarchia, opporsi ai tentativi di trasformare il singolo prodotto (notizia per la rete Tosca, servizio audio o video che sia) in un oggetto che deve essere singolarmente commerciabile. Il giornalista lavora per la sua testata seguendo le indicazioni giornalistiche del direttore, spetta all´azienda trasformare il complesso del suo prodotto in un valore sul mercato.


I Cdr hanno deciso di varare una piattaforma di comparto, da articolare a vari livelli (aziendale, territoriale e nazionale) che si muova su quattro priorità:




  • chiedere, in sede aziendale o territoriale, l´ammontare, i criteri e i soggetti delle principali convenzioni in essere in ciascuna agenzia.



  • un incontro alla Fieg (che ha un suo coordinamento delle Agenzie di Stampa) per chiedere i dati sulla diffusione dei notiziari e degli altri prodotti e per chiarire quali strategie gli editori stiano mettendo in atto per diversificare i prodotti difendendo al contempo il diritto d´autore e la esclusività delle loro forniture;



  • un incontro al Governo per chiedere l´avvio di un tavolo nel quale venga valorizzata la funzione di effettivo servizio pubblico svolta per conto delle istituzioni dalle agenzie di stampa e per chiedere l´individuazione di criteri che, in vista della più volte annunciata revisione dei criteri di finanziamento delle convenzioni, tengano conto dell´occupazione giornalistica e degli investimenti in formazione professionale e valorizzazione del capitale umano da parte delle aziende.


  • un incontro alla Fnsi per approfondire sia le problematiche contrattuali e di mansioni legate all´introduzione della multimedialità e in particolare del prodotto video nelle agenzie di stampa, sia quelle legate al mercato e ai finanziamenti pubblici per le aziende del settore;

 

Il network