Esperimento di Citizen Journalism oppure abile e ingannevole operazione di marketing editoriale? E´ il dubbio che sorge scorrendo il bando di Academy, il nuovo progetto di Repubblica.it che annuncia: “Siamo tutti reporter: cittadini-testimoni con telecamere e smartphone per documentare eventi e abusi. I reportage selezionati saranno pubblicati sul sito e retribuiti. Al suo interno anche una scuola di formazione, con la supervisione di Paolo Sorrentino”.
Le perplessità aumentano se si cerca di capire quanto saranno retribuiti i video (in un primo momento era comparsa la risibile cifra di 5 euro) o quale sbocco debba avere la scuola di formazione e se la stessa sia gratuita o a pagamento (“Reporter avrà al suo interno anche una scuola. Si chiamerà Repubblica Academy, e sarà un corso avanzato di video giornalismo di circa sei mesi, che si ripeterà ogni anno” recita l´annuncio).
Il giornalismo partecipativo è sicuramente una delle possibili e interessanti evoluzioni dell´informazione, ma nasce in dialettica e non in alternativa alla professione, come forma di integrazione “dal basso” dell´insostituibile funzione del giornalista. Il progetto pubblicizzato da Repubblica.it, invece, non fa cenno del ruolo che i giornalisti della testata dovrebbero svolgere e sembra dimenticare le decine di collaboratori che il Gruppo l´Espresso utilizza quotidianamente in ogni parte d´Italia.
Ben vengano idee innovative (anche se importate), ben vengano progetti che si rivolgono al protagonismo dei cittadini, ma che allo stesso tempo valorizzino le professionalità già presenti, le facciano crescere attraverso corsi di formazione da estendere anche ai collaboratori.
L´Asr e il Coordinamento lavoro autonomo atipico e precario dell´Associazione Stampa Romana chiedono chiarezza sui piani editoriali (ai quali le strategie di marketing dovrebbero fare riferimento). Auspicano l´apertura di un confronto sulla politica retributiva e sull´utilizzo professionale dei collaboratori, molti dei quali pagati con compensi ben lontani dall´equità. Soltanto in questo contesto sarà possibile valorizzare al massimo anche il privato contributo dei cittadini all´informazione.