L´Associazione Stampa Romana, la commissione regionale di Lavoro Autonomo e il Coordinamento lavoro autonomo atipico e precario esprimono forte contrarietà e preoccupazione per lo stop nell´iter parlamentare della legge sull´Equo Compenso. Un impasse che penalizza migliaia di colleghi sottopagati e sfruttati, senza il lavoro dei quali centinaia di testate non esisterebbero nemmeno. L´Asr, la Commissione e il Coordinamento aderiscono alle Giornate di Palermo sul Giornalismo Freelance: “In quella sede – spiega il Segretario dell´Asr Paolo Butturini -, presenteremo le nostre proposte e le iniziative che stiamo elaborando, ma lanceremo anche un appello alla mobilitazione generale della categoria e di tutte le sue Istituzioni, dal Sindacato all´Ordine, dall´Inpgi alla Casagit. Sulle sorti e sui diritti del lavoro autonomo si gioca una parte importante della partita per la sopravvivenza della categoria nella tempesta perfetta che, tra recessione e rivoluzione digitale, sta stravolgendo l´informazione nel Paese. Dobbiamo ridisegnare i confini, imporre nuove regole, immaginare una nuova stagione di lotta per i diritti dei giornalisti”.
L´APPELLO DELLA ASR, DELLA COMMISSIONE REGIONALE LAVORO AUTONOMO
E DEL COORDINAMENTO LAVORO AUTONOMO ATIPICO E PRECARIO
Diciamo no alla decisione della Commissione Lavoro del Senato
di rinviare la discussione sul disegno di legge
«Norme per promuovere l´equità retributiva nel lavoro giornalistico».
Diciamo no all´assenza di tutele giuridiche ed economiche
per i giornalisti “atipici” nel disegno di legge
sulla riforma del mercato del lavoro.
La Commissione regionale lavoro autonomo del Lazio
e il Coordinamento lavoro autonomo atipico e precario
dell´Associazione Stampa Romana
lanciano un appello ai colleghi di tutta Italia, invitandoli
a una mobilitazione generale nelle prossime settimane
davanti alle sedi istituzionali
(Parlamento, Ministero del Lavoro e Governo).
Più della metà dei giornalisti italiani lavora senza tutele, altro che casta…
Il lavoro precario e sottopagato lede la dignità professionale e umana,
ma condiziona anche la libera informazione:
è quindi un danno per i cittadini e la democrazia.