Ora Villa Paolina di Mallinkrodt è salva.
Gode di una tutela specifica che ne impedisce la demolizione. Dopo un anno e mezzo di comunicati, interviste, esposti, diffide, lettere, richieste, per far riconoscere il valore storico architettonico di Villa Paolina, finalmente é arrivato l’ultimo atto: la nuova direttrice generale del Mibac per le Arti, l’Architettura e il Paesaggio Federica Galloni, ha completato la procedura avviata dal suo predecessore il 7 giugno scorso, Gino Famiglietti e ha firmato, nei tempi previsti, il decreto di Dichiarazione di interesse culturale di Villa Paolina.
Questo risultato è stato ottenuto dal lavoro continuo e pressante dei Comitati e dalle Associazioni – soprattutto da quello appositamente creato e dalla sua presidente – da Italia Nostra e dal contributo di Stampa Romana, che ha messo a disposizione la sua sala stampa per promuovere un convegno il 13 giugno scorso a cui sono intervenuti, tra gli altri, lo scrittore e giornalista Vittorio Emiliani che si batte per la tutela del nostro patrimonio, l’urbanista Enzo Scandurra e Giovanni Carbonara della scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio, oltre naturalmente al segretario di Stampa Romana Lazzaro Pappagallo.
Dopo la demolizione del Villino Naselli in via Ticino a Roma, dove hanno costruito un moderno edificio bianco che con la sua mole copre le caratteristiche abitazioni del Quartiere Coppedè, la scure si stava per abbattere su Villa Paolina importante, oltre che per il valore artistico, perché si trova in una zona ricca di ville e ambasciate e dove hanno vissuto quattro premi Nobel: Luigi Pirandello, Grazia Deledda, Enrico Fermi, Rita Levi Montalcini.
Villa Paolina è diventata simbolo e bandiera della lotta contro la demolizione dei villini storici anche negli altri quartieri come Monteverde , Montesacro, Parioli, Garbatella……. Tutti sorti intorno agli anni ’30 con caratteristiche abitative ben precise che, anche se hanno subito nel tempo qualche piccola modifica, non ne hanno alterato lo spirito originario. E’ proprio questa la motivazione che ha addotto il Mibac: “si tratta di un vincolo innovativo , che applica la norma che consente di tutelare gli edifici che rivestono un particolare interesse di tipo politico, storico, artistico o letterario”.
Letterario, appunto. Perché la tutela del nostro patrimonio riconosciuto in tutto il mondo- l’Italia possiede il maggior numero dei siti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – ci impone, anche come giornalisti, di batterci contro ogni forma di sopruso e di denunciare, quando ci siano gli estremi, eventuali irregolarità o malversazioni, perché non possiamo permettere che il nostro territorio, culla della civiltà, che ha origini antichissime e ha diffuso la sua cultura non solo sul resto dell’Europa, ma anche in altri continenti come Asia e Africa, sia sfregiato in nome dei nuovi idoli.