“Sono addolorata per quello che sta accadendo nell´editoria. Vediamo spesso che chiudono le testate, dal punto di vista anche dell´emittenza locale, le agenzie di stampa hanno seri problemi: è un panorama che deve preoccupare tutti e anche il Parlamento, il pluralismo non è avere 4-5 gruppi editoriali forti, il pluralismo è più forte quando ci sono più voci. Per ogni testata che chiude è un pezzo pluralismo che se ne va”. Questa l’accorata riflessione della Presidente della Camera Laura Boldrini durante la Cerimonia del Ventaglio tenutasi questa mattina.
“Condivido e apprezzo le preoccupazioni della Presidente Boldrini – afferma il segretario Asr Paolo Butturini -. L’Unità, Europa, Il Tempo, Il Quotidiano Nazionale (Gruppo Riffeser): la cronaca prima delle vacanze ci obbliga ancora una volta a registrare chiusure annunciate e ristrutturazioni incombenti. A conti fatti si tratta di oltre 150 posti di lavoro. Nel frattempo prosegue la “strage silenziosa” nell’emittenza locale: da Extra Tv a T9, passando per la solidarietà a Roma Uno, solo per citare situazioni nel Lazio, e altre decine di piccole emittenti radiotelevisive. E l’autunno non promette nulla di buono visto che potrebbe scatenarsi la tempesta sulla Rai.
Il contratto è già morto? – si chiede Butturini -. Anche se i conti dell’INPGI si rivelassero esatti e si realizzassero quelle circa 400 nuove assunzione nel triennio 2014-2016 (per effetto di sgravi contributivi e turnover) quante uscite ci saranno da qui alla primavera del 2016?
Brutte notizie anche sul fronte dei collaboratori: il Gruppo Caltagirone si è affrettato a riallineare i compensi al ribasso sia a “Il Mattino” che a “Il Messaggero”, secondo le tabelle dell’accordo sul lavoro autonomo. Ma non dovevano essere salvi i trattamenti di miglior favore in essere?
Certo il delicato momento non è addebitabile agli accordi sindacali sottoscritti il 24 giugno scorso, ma è evidente come quei patti non tenessero minimamente conto dell’effettiva situazione dell’editoria e non ponessero veramente al centro il problema fondamentale: frenare l’emorragia di posti di lavoro e governare la transizione complessa verso i nuovi assetti dell’informazione.
Non è di un congresso che discuta di poltrone che ha bisogno la categoria – conclude il segretario della Asr -, ma di un nuovo modo di organizzare e gestire il sindacato, di idee coraggiose e innovative che rimettano i giornalisti al centro del processo produttivo dell’informazione. Servirebbero quegli Stati Generali dell’Editoria che vari governi hanno promesso senza mai realizzare. L’attuale dirigenza della Fnsi ci crede ancora? Come intende affrontare i mesi che ci separano dal Congresso? Si attendono risposte concrete”.