Roma, 27 ottobre 2015 – Abbiamo sperato che il Velino avesse uno scatto di orgoglio. L´ultima solidarietà durava quattro mesi proprio per questo scopo: attrezzarsi in solitario o con opportune alleanze per reggere la sfida della Presidenza del Consiglio che riscriveva le regole per le convenzioni con le agenzie. Così non è stato. E il Velino ha riproposto la solita ricetta: altra solidarietà al 40% per altri quattro mesi, trasformata in cassa integrazione.
L´unica novità arriva dal ricorso al Tar per contestare la nuova delibera sulle agenzie. Affidarsi agli avvocati piuttosto che a scelte imprenditoriali e di mercato non ci sembra la strada giusta. Abbiamo chiesto all´azienda di ridurre la solidarietà al 30 per dimostrare ai giornalisti che non si traccheggiava e non si prendeva tempo nelle aule di giustizia in attesa di un forte ridimensionamento dell´agenzia. Il Velino ha invece tirato dritto dimenticando che tra le sue voci di bilancio ce ne sono alcune curiose: un direttore a libro paga articolo 1 che è anche presidente del consiglio d´amministrazione, di fatto socio di maggioranza, e amministratore delegato della società. Quattro giacche con l´emolumento giornalistico che presenta una serie di punti di domanda sul versante dell´opportunità e della legittimità, in relazione alla copertura INPGI della solidarietà. Per non parlare di servizi che i giornalisti realizzano per cui ancora non c´è un corrispettivo in bilancio.
Stampa Romana esprime solidarietà alla redazione e al comitato di redazione in lotta per la difesa di salari e dignità professionale. Stampa Romana chiede alla Presidenza del consiglio di non dimenticare la promessa fatta alla FNSI quando è stato lanciata la ristrutturazione delle agenzie primarie. Il riordino del settore non deve passare dalla tagliola degli esuberi. In questo senso chiediamo che il sottosegretario Lotti eserciti la sua moral suasion nei confronti delle aziende, come il Velino, che non sono ancora in regola e che neanche sfiorano la soglia di 50 articoli 1 a tempo.