Il gratuito patrocinio (a spese dello Stato) è stato istituito per riconoscere anche a quanti sono in condizioni di disagio economico e intendono promuovere un giudizio o devono difendersi davanti al giudice la tutela dei propri diritti.
Ricorrere a un avvocato ha un costo che, nel nostro specifico dove le querele per diffamazione vengono anche usate strumentalmente per “zittire” chi rivela verità spiacevoli, ricade esclusivamente su chi ha cercato di fare il suo lavoro e non è coperto da assicurazione come invece accade per chi lavora a tempo indeterminato con contratto di lavoro subordinato per le grandi e medie testate.
Le querele e liti temerarie a livello penale e civile rappresentano una minaccia alla libertà di informare per i colleghi freelance e collaboratori.
Per avere diritto ad un avvocato d’ufficio occorrono alcuni requisiti:
il reddito annuo non deve superare una certa soglia (ad oggi 11.746,68 euro).
Possono, quindi, richiedere l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato ai sensi del D.P.R. n. 115 del 2002 (Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia) coloro che rispettino, alternativamente, i seguenti requisiti soggettivi:
1) essere cittadini italiani;
2) essere stranieri, regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale al momento del sorgere del rapporto o del fatto oggetto del processo da instaurare;
3) gli apolidi;
4) gli enti o le associazioni che non perseguano fini di lucro e non esercitino attività economica.
Sono, invece, esclusi tutti coloro che hanno ricevuto una condanna definitiva per i seguenti reati:
a) associazione di tipo mafioso;
b) associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri;
c) produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Nel calcolo del reddito è generalmente ricompreso non solo quello percepito dal richiedente ma anche quello dei familiari conviventi, ipotesi esclusa nei seguenti casi specifici:
quando la causa o il giudizio per cui si richiede la difesa riguarda diritti personalissimi, per esempio quelli attinenti al nome o alla riservatezza;
– quando la causa o il giudizio per cui si richiede la difesa riguarda diritti in conflitto con quelli degli altri membri della famiglia, ad esempio, quando consiste in un giudizio di separazione coniugale.
L’ istanza deve contenere i seguenti elementi:
– la richiesta di ammissione al gratuito patrocinio;
– i dati anagrafici sia del richiedente che dei componenti il nucleo familiare: nome, cognome, luogo e data di nascita, residenza, codice fiscale;
– l’autocertificazione dei redditi percepiti durante l’anno precedente. Quindi, ad esempio, se si presenta la domanda nel 2021 bisogna indicare i redditi del 2020;
– l’impegno a comunicare eventuali variazioni di reddito;
– qualora la causa per cui si chiede il gratuito patrocinio sia già iniziata, la data della prossima udienza, la controparte e tutti i dati relativi alla causa;
– la firma del richiedente, autenticata dal difensore se è già stato nominato.
Gli avvocati devono necessariamente essere iscritti alle liste del gratuito patrocinio.
Non possono chiedere assolutamente i soldi all’assistito.
Verranno pagati in seguito (da mesi ad anni) ai livelli minimi diminuiti di un terzo e dopo che il Giudice ha provveduto alla loro liquidazione.
Il gratuito patrocinio comprende un primo incontro e l’attività giudiziale. Eventuali attività extragiudiziali dovranno essere concordate specificamente sempre applicando i minimi.
Il pool di legali, esperti in civile e penale e in temi legati all’informazione, scelti per assistere i colleghi iscritti a Stampa Romana, in grado di agire su tutto il territorio regionale, è costituito da:
Maria Belli;
Adriana Anzeloni;
Matteo Benvenuti;
Alessandra Fantini;
Alessia Pasqualini;
Claudia Sorrenti
Questi i riferimenti per contattarli: Avvocati patrocinio gratuito
Mail: avv.mariabelli@gmail.com
Uff.: 06/62284053 cell: 339/6961597
Ricordiamo che i colleghi con un reddito annuo inferiore ai 12mila euro hanno diritto ad una riduzione della quota d’iscrizione al sindacato tra i 30,00 e i 15,00 euro.