Roma, 4 mar 2009 – Se si pubblicano intercettazioni di cui e´ stata ordinata la distruzione si rischia il carcere da sei mesi a tre anni. L´emendamento presentato dal deputato del Pdl Deborah Bergamini in commissione Giustizia della Camera, cambia, secondo quanto e´ stato deciso nella riunione di oggi a Palazzo Grazioli tra i tecnici della giustizia della maggioranza, ma non di molto. E´ vero, infatti, che la decisione di fissare il limite minimo dei sei mesi consentirebbe al magistrato, in presenza di attenuanti, di prevedere una sanzione economica alternativa che potrebbe aggirarsi sui 38 euro al giorno. Ma e´ anche vero che, grazie ad una norma (l´articolo 59 della legge n.689 del 24 novembre 1981) chi compie per due volte lo stesso tipo di reato non potra´ piu´ beneficiare di tale sanzione alternativa. Se il giornalista diventa recidivo, infatti, rischia o il carcere, o la semidetenzione, o l´affidamento in prova ai servizi sociali. L´emendamento Bergamini invece prevedeva il carcere per i cronisti da uno a tre anni. Il limite minimo e´ diminuito, ma la sostanza non e´ cambiata di molto. (ansa)