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Uomini e robot: convivenza o conflittualità?

* Procedura necessaria per ottenere i crediti formativi.

13.00

Il corso

“Un robot non può recare danno a un essere umano e non può permettere che a causa del suo mancato intervento un essere umano ne riceva danno”. È la famosa “prima legge” enunciata dallo scrittore americano di fantascienza Isaac Asimov, autore della raccolta “I robot”, che risale al 1950. Ma le cose stanno ancora così sia dal punto di vista scientifico che da quello etico? Oggi, nel 2023, i robot fanno parte del nostro quotidiano. Non possiamo farne a meno in cucina, nelle industrie, in sala operatoria… Le applicazioni della robotica sono infinite e l’interdisciplinarietà è alla base di questa scienza in cui convergono le competenze di ingegneri, informatici e psicologi affinché il progetto risulti funzionale. I nostri device sono il simbolo dell’era tecnologica in cui viviamo, caratterizzata dall’espansione dell’uso di computer e sistemi di intelligenza artificiale. Anche il mondo dell’informazione si è dovuto adeguare: pensiamo ad esempio al drone che arriva a documentare laddove la telecamera non riesce ad arrivare. Tutto bene fin qui. Però bisogna considerare che se l’umanità è sempre più dipendente dalla tecnologia diventerà poi complicato fissare la linea di confine tra l’uomo e la macchina. E ancora: come interagiranno uomini e macchine in futuro? Sarà conflitto o coesistenza pacifica? Molti associano la crescente robotizzazione a un futuro apocalittico. Il robot ci “ruberà” il lavoro? E tra i nostri nuovi disturbi psichici possiamo prevedere una sorta di sindrome dell’inutilità? Insomma stiamo creando dei mostri che ci fagociteranno oppure dei compagni di vita che ci sosterranno?

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Docenti

  • Bruno Siciliano, ingegnere, ricercatore e divulgatore scientifico
  • Celia Guimaraes, giornalista di Rainews24 esperta  di web Specializzata in Tecnologia e innovazione
  • Laura Moschini, socia fondatrice e componente del comitato scientifico di Gio (Osservatorio interuniversitario Studi di Genere)
  • Marina Cocozza, giornalista esperta di comunicazione e linguaggi

 

 

Altri metodi di pagamento e policy sui rimborsi

Il corso

“Un robot non può recare danno a un essere umano e non può permettere che a causa del suo mancato intervento un essere umano ne riceva danno”. È la famosa “prima legge” enunciata dallo scrittore americano di fantascienza Isaac Asimov, autore della raccolta “I robot”, che risale al 1950. Ma le cose stanno ancora così sia dal punto di vista scientifico che da quello etico? Oggi, nel 2023, i robot fanno parte del nostro quotidiano. Non possiamo farne a meno in cucina, nelle industrie, in sala operatoria… Le applicazioni della robotica sono infinite e l’interdisciplinarietà è alla base di questa scienza in cui convergono le competenze di ingegneri, informatici e psicologi affinché il progetto risulti funzionale. I nostri device sono il simbolo dell’era tecnologica in cui viviamo, caratterizzata dall’espansione dell’uso di computer e sistemi di intelligenza artificiale. Anche il mondo dell’informazione si è dovuto adeguare: pensiamo ad esempio al drone che arriva a documentare laddove la telecamera non riesce ad arrivare. Tutto bene fin qui. Però bisogna considerare che se l’umanità è sempre più dipendente dalla tecnologia diventerà poi complicato fissare la linea di confine tra l’uomo e la macchina. E ancora: come interagiranno uomini e macchine in futuro? Sarà conflitto o coesistenza pacifica? Molti associano la crescente robotizzazione a un futuro apocalittico. Il robot ci “ruberà” il lavoro? E tra i nostri nuovi disturbi psichici possiamo prevedere una sorta di sindrome dell’inutilità? Insomma stiamo creando dei mostri che ci fagociteranno oppure dei compagni di vita che ci sosterranno?

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Docenti

  • Bruno Siciliano, ingegnere, ricercatore e divulgatore scientifico
  • Celia Guimaraes, giornalista di Rainews24 esperta  di web Specializzata in Tecnologia e innovazione
  • Laura Moschini, socia fondatrice e componente del comitato scientifico di Gio (Osservatorio interuniversitario Studi di Genere)
  • Marina Cocozza, giornalista esperta di comunicazione e linguaggi

 

 

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Perché scegliere i nostri corsi?

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Domande frequenti

Posso acquistare il corso direttamente online?

Sì, certo. Ti puoi iscrivere al corso aggiungendolo al carrello e finalizzando l’acquisto pagando con carta di credito.

Perché i corsi sono suddivisi in Primo e Secondo Livello?

I corsi di Primo Livello affrontano conoscenze e pratiche base e sono dunque indirizzati a chi si avvicina per la prima volta ad una materia. Il Secondo Livello è invece pensato per chi ha già frequentato il Primo o per chi ha una comprovata esperienza equivalente.

Possono partecipare soltanto gli iscritti all’Ordine dei giornalisti?

No, la nostra formazione è aperta a tutti, dunque anche ai non giornalisti. Tuttavia gli iscritti all’Odg hanno la precedenza sui non iscritti in caso di raggiungimento del limite massimo dei posti disponibili.

Chi sono i docenti di Stampa Romana?

I nostri docenti sono tutti professionisti attivi mondo del giornalismo e della comunicazione, costantemente aggiornati su tutte le novità di settore.

I corsi prevedono una parte pratica?

Ogni corso è progettato e realizzato per trasmettere ai partecipanti non solo conoscenze teoriche ma anche il know how dell’esperienza sul campo. Gli appuntamenti prevedono dunque vari momenti di applicazione degli strumenti studiati in aula.

Acquistando il corso si ha diritto automaticamente ai crediti formativi?

No, per acquisire i crediti formativi è indispensabile registrarsi al corso anche sulla piattaforma Formazione Giornalisti.

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