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Internet & editoria: allo studio anche in Italia news a pagamento dopo la sfida di Murdoch

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Roma, 10 ago 2009 – Le news on line a pagamento potrebbero essere introdotte presto anche in Italia. A pochi giorni dalla sfida lanciata dal magnate australiano Rupert Murdoch, che ha annunciato che entro un anno i suoi media faranno pagare l´informazione sul web, il presidente della Federazione italiana editori giornali, Carlo Malinconico, in un´intervista all´ANSA spiega che è già al lavoro un comitato per individuare le possibili formule, da sottoporre poi alla libera scelta di ogni editore. Parole chiave: flessibilità, prezzi ragionevoli e condizioni trasparenti da parte di motori di ricerca e provider. “C´é la profonda convinzione, da parte degli editori – sottolinea Malinconico – della necessità di valorizzare con ogni mezzo il prodotto editoriale proprio nel momento in cui si accetta la sfida della convergenza multimediale. Occorre fare i conti con il luogo comune secondo cui l´informazione deve essere gratuita, dimenticando che per produrre i contenuti giornalistici i costi sono rilevanti. Senza risorse non c´é qualità. Ma dobbiamo evitare l´illusione che il passaggio sia semplice e indiscriminato”. Anche per questo la Fieg ha creato “un gruppo di lavoro, uno ´steering committee´, presieduto da Piergaetano Marchetti – annuncia – che affronterà il tema della valorizzazione dei contenuti editoriali in relazione alle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione”.
Al comitato spetterà studiare le possibili formule – dai micropagamenti per singoli accessi a forme di abbonamento mensile o annuale – lasciando poi libertà di scelta agli imprenditori: “La strategia non può che essere del singolo editore a seconda della domanda. Semmai – sottolinea Malinconico – si è errato, in passato, a non dare sufficiente elasticità al mercato: tutto gratis allo stesso modo. Ora sarebbe illusorio passare all´estremo opposto”. Un aspetto essenziale della tutela del prodotto giornalistico, afferma il presidente della Fieg, “é la ´tracciabilita´´ del contenuto editoriale, che nella rete è oggetto di un numero indefinito di riproduzioni libere cui si ricollegano ricavi pubblicitari che però non arrivano agli editori. Si calcola che il prodotto editoriale incrementa del 30% circa la navigazione su Internet: di questo incremento si avvantaggiano tutti, motori di ricerca, aggregatori di notizie, fornitori di servizi telefonici, provider di Internet, tutti meno gli editori. Questa è vera e propria ingiustizia, in senso economico oltre che giuridico ed etico, che richiede l´intervento del legislatore e delle autorità di regolazione”. Il presidente della Fieg è convinto che, nonostante l´abitudine all´accesso gratuito al web, “ci siano fruitori di contenuti di qualità, specialistici o di elevata professionalità che sarebbero disposti a pagare i servizi di cui hanno bisogno”.

Da una parte, così, ci sarebbero “margini per recuperare, sia pur in parte, una quota dei ricavi perduti con la contrazione degli investimenti pubblicitari”, dall´altra si potrebbe “incrementare la domanda di qualità e incentivare la creazione di prodotti editoriali ancora più raffinati”. Centrale sarà una politica di prezzi ´abbordabili´: “Il download – dice – potrebbe riguardare sia l´intero giornale che singoli pezzi o anche una loro sintesi. Occorre però creare le condizioni perché il prezzo per l´acquisto dei contenuti giornalistici on line sia ragionevole”. In chiusura, Malinconico rinnova l´appello per nuove regole che correggano la “patologia” del sistema, proteggendo “chi produce novità e ricchezza a fronte di chi si nutre in modo parassitario. Internet è una grande risorsa, ma è ormai una rete di servizio pubblico. Come per tutte le reti di questa natura, l´accesso deve essere libero, ma a condizioni trasparenti e rispettose dei diritti. Non può essere regolato dal ´prendere o lasciare´. A questi obiettivi stimoliamo la sensibilità del Parlamento e delle competenti autorità”. (ansa)

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