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Roma 5 novembre 2008: libertà di stampa, giornalisti in piazza per dire ”no” alla legge Alfano

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I giornalisti italiani scendono in piazza, domani 5 novembre a Roma, per concludere con una grande manifestazione nazionale il ”Giro d’Italia della libertà di stampa” che ha visto i cronisti manifestare in tutto il Paese contro il ”ddl intercettazioni”, attualmente in discussione alla Commissione Giustizia della Camera, che ”azzera la cronaca giudiziaria per un lungo periodo provocando molteplici gravissimi guasti: tra l’altro priva i cittadini del loro diritto costituzionale di essere informati e rende opaco il modo di amministrare la giustizia, un rischio che molti alti magistrati hanno denunciato come incostituzionale”.

Dall’inizio, il 28 giugno a Venezia, sono state toccate Roma, Viareggio, Trento, Bolzano, Milano, Napoli, Senigallia (An), Sciacca (Ag), Forlì, Palermo, Siracusa, Firenze, Bari, Torino, Cagliari, Genova, Ferrara. I cronisti di Latina hanno fatto molteplici volantinaggi: oltre che nel capoluogo anche a Sabaudia, Formia, Gaeta, Aprilia, Sezze, Anzio, Cisterna.
I cronisti saranno in assemblea al cinema Capranichetta (dalle 10 alle 13) e poi insceneranno un sit-in davanti al Parlamento con striscioni e cartelloni che recheranno la parola d’ordine, coniata dai cronisti lombardi, ”Liberi d’informare, Liberi di sapere”, e con cappellini bianchi con la scritta Stampa Libera.

Per la manifestazione è stata scelta la data del 5 novembre in modo da far coincidere la protesta con ”Stand up for journalism”, giornata europea per l’autonomia dell’informazione, che vedrà la mobilitazione in contemporanea di tutti i sindacati di categoria europei per sostenere la ”dignità” del giornalismo.

I temi conduttori della manifestazione internazionale saranno: la protezione delle fonti, l’affermazione della loro autonomia ed il contratto di lavoro. In particolar modo in Italia l’iniziativa è molto sentita ed attesa giacché, spiega la Federazione Nazionale della Stampa, ”nei confronti del giornalismo italiano si stanno moltiplicando pericolose iniziative volte a ridurre l’autonomia della professione attraverso nuove norme, come il disegno di legge Alfano che prevede anche il carcere per i giornalisti, contro la pubblicazione di informazioni di importante interesse per l’opinione pubblica che siano rilevate da atti di indagini giudiziarie. È in gioco il segreto professionale. Se un giornalista, infatti, scopre una notizia segretata dalla magistratura ma che considera di sicuro interesse per l’opinione pubblica, ha tutto il dovere di pubblicarla secondo quanto prescrive la legge della professione giornalistica in Italia e secondo quanto recita la Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

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